Tehachapi. E qui troviamo il nostro caffè. Ci voleva proprio. C'è anche il wifi che per i ragazzi, il che è molto importante. Veloce puntata al bagno e si riparte. Cerco di tirare il più possibile. La prossima fermata è dedicata al rifornimento e allo spuntino veloce. Lungo la strada troviamo la cittadina di Barstow. Non ci va di mangiare messicano, per cui optiamo per Pizza Hut. Incredibilmente la pizza è fatta con un impasto molto digeribile. Non ci regoliamo come al solito, per cui buona parte la portiamo via con il cartone. E con questi in mano, Mirco farà il suo trionfale ingresso al Bellagio a Las Vegas.
Ma ora si deve continuare il viaggio. Il deserto lambisce la strada. Il Mojave emana calore solo a guardarlo. Mi fermo e scendo per scattare qualche foto. la temperatura è quasi insopportabile. Il deserto del Mojave è la parte finale della Death Valley.
A piccoli passi ci stiamo avvicinando a Las Vegas, una cattedrale del gioco nel deserto. Intorno non c'è nulla.
Sembra di entrare in un grande parco giochi, con tantissime attrazioni. La Piramide all'ingresso e il traffico fanno da contorno al nostro arrivo.
Per arrivare al Bellagio impieghiamo un pò di tempo. Ci sono parecchi lavori. Verso le 18 arriviamo. C'e' una fila incredibile per entrare all'albergo. Però l'organizzazione è perfetta. Lasciamo la macchina al personale dell'albergo e dopo la solita problematica relativa alla prenotazione delle camere, riusciamo a prendere possesso delle nostre stanze.
Negozi e casinò sono la parte importante della struttura. Le prime luci della sera ci accompagnano.
Tutto incredibilmente finto però fa parte del viaggio. Infatti una volta nella vita, se si intraprende un itinerario come lo abbiamo costruito noi, Las Vegas vale la fermata.E poi il fantastico centro commerciale o outlet, come li chiamano da queste parti, ci ha regalato prezzi da sogno. Saranno due giorni di stacco, prima di entrare nella parte finale e più impegnativa del viaggio. La piscina del Bellagio ci rilasserà, prima di sperare di vincere qualcosa al tavolo verde.
Alla fine dei due giorni e con acquisti da paura, riprenderemo il nostro viaggio direzione Bryce Canyon.
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