mercoledì 30 dicembre 2020

Grecia 2020 - Peloponneso - Da Pirgos Dirou a Atene -

 La vacanza sta volgendo al termine. Una vacanza che mai avrei immaginato fosse cosi bella. Al mattino partiamo verso la nostra destinazione finale, cioè verso A For Athens, splendido albergo posto ai piedi del Partenone. Prima di Atene, ci fermiamo nell'antica   città di Mystras. Città bizantina inserita nella lista del patrimonio dell'umanità dall'Unesco. Parliamo di un museo a cielo aperto. Si divide fra Mystras alta e Mystras bassa ed è possibile visitarla da ambedue le vedute, infatti è possibile parcheggiare e prosegiure nella visita della città, seconda solo a Costantinopoli, per grandezza. La cose da più importanti da visitare sono il Castello di Villehardouin, il Palazzo del Despota, il Monastero Vontrochion e assolutamente il Covento di Pantanassa, il quale è ancora abitato e le suore offrono ospitalità. 


Vista Mystras, ci rimettiamo in viaggio, ma qui iniziano le disavventure. A circa dieci chilometri da Sparta, la macchina presa a noleggio, si rompe. Si ferma e non ne vuole sentire di ripartire. Da questo momento in poi, abbiamo avuto la conferma della poca serietà e affidabilità della Surprice Car Rentals. Dopo varie telefonate, solo in inglese  e grazie alla gentilezza di un ragazzo greco che si è fermato vedendoci in difficoltà, siamo riusciti a far arrivare un carro attrezzi ed un taxi. A Sparta, nella autofficina, hanno acclarato  che non dipendeva da noi il guasto, ma dalla pompa dell'olio. Per cui da Sparta, con un taxi, siamo arrivati ad Atene, nella sede della Surprice, dove avevamo noleggiato la macchina. Non hanno voluto pagare i circa 270 euro, perchè hanno asserito che non avevano contanti. Anche qui solo lingua inglese e Carla si è prodigata in maniera eccelsa in queste situazioni abbastanza tese e complicate.


Logicamente, ad oggi, non abbiamo visto alcun rimborso. E presumo che non lo vedremo mai. Arrivati ad Atene, di corsa una doccia ristoratrice e poi a cena in un ristorante nella  Plaka. Sveglia all'alba il giorno successivo, aeroporto e poi partenza per Ciampino. Volo tranquillo, fatto tampone rapido, tutti negativi, per cui a casa. Ma c'è un però, cioè il positivo sull'aereo che mi coporterà una quarantena di quindici giorni. Ma sarà proprio questa stupenda vacanza e la voglia di pensare gia a quella del prossimo anno a far passare più velocemente questi giorni.

Grecia fortissimamente Grecia

lunedì 30 novembre 2020

La Grecia 2020 - Peloponneso - Da Elafonissos a Pirgos Dirou


Il passagggio sul traghetto per arrivare a Pounta è breve, ma ci regala un gruppo  di tartarughe giganti che sembra ci salutino. Ed è un arrivederci. La strada per Pirgos non sarà breve, a causa soprattutto del famoso incendio che vedevamo dal nostro terrazzo a Elafonissos. Stupendi i paesaggi con la macchina, strade che curvavano sul mare. La costa ci ha regalato scenari mozzafiato. Ad un certo punto, nonostante tutti i nostri intenti di voler proseguire verso la strada più breve, siamo stati obbligati a deviare su strade alternative  che ci hanno fatto aumentare il tempo di percorrenza per arrivare a Pirgos. Era un incendio importante, il vento non  ha certamente aiutato. Il nostro albergo Vlyhada Guesthouse, ci ha accolto con la sola presenza del figlio della titolare. Sapevamo che c'era anche il ristorante, anche con buone recensioni, ma purtropppo in quel periodo era chiuso. Le stanze dignotose, ma con il climatizzatore, che sembrava un trattore per il rumore. La colazione veramente buona, con alcune prelibatezze preparate al momento. Comunque torniamo al giorno in cui siamo arrivati. Lasciamo i bagagli e decidiamo di puntare direttamente verso Capo Tenaro o Capo Matapan. E' il punto più a sud della terraferma  greca. In auto si arriva a Kokkinogia, o meglio, se vi fidate di googlemaps, rischiate di non arrivarci. Infatti le indicazioni sono sbagliate e la strada che dovrete percorrere sarà molto stretta e con una vista sublime. Ma tolto questo piccolo disguido, si aprirà verso di voi un paesaggio stupendo. L'orario giusto per percorrere i circa due chilometri che vi separano dal parcheggio adiacente un ristorante, fino al faro, è quello del tramonto. Sentirete il vento e il rumore del mare. Mettete scarpe adatte, l'infradito non è raccomandato. Il percorso è un pò accidentato, ma

nulla di rischioso, c'erano anche famiglie con bambini. La vista del faro con il mare aperto è qualcosa di unico.  Torniamo al parcheggio che è quasi buio, vediamo che alcuni hanno montato le tende e passano li la notte. 

E il Mani ci regala due ristoranti buonissimi, agli esatti opposti uno dall'altro. Il primo, un locale molto signorile Itan Keros it was about yime l'altro invece rappresenta la classica taverna greca Taberna Vaggelis. Piatti ricercati nel primo, tradizionali e semplici nel secondo. Spesa logicamente differente, ma che in un rapporto qualità/prezzo, li trova entrambi al top. 


Dico Vathia e dico tutto. E' l'emblema, è la storia del Mani. Le sue torri sovrastano le alture.  
Nel Peloponneso  possiamo incontrare decine di luoghi spettacolari, ma nulla come   Vathia. Oggi è un paese fantasma  e alcune delle sue splendide torri versano in stato di abbandono. Dopo questa visita, decidiamo di andare a riposarci e quale luogo migliore se non Marmari. La spiaggia è attrezzata e con soli dieci euro hai ombrellone  e due lettini. Logicamente c'è anche la parte libera. Il mare ti invita a passeggiare dentro le sue acque. Facciamo una bella camminata da un lato all'altro del piccolo golfo. 

Ma il Mani è anche lo scorrere il tempo seduti ad un bar ed ammirare il mare davanti a te. E se tutto questo lo fai a Gerolinemas, che tradotto significa Porto Vecchio, è ancora più gustoso.Più tardi  un bel tuffo a Kato Mezapos Beach ci vuole proprio. Per arrivare bisogna percorrere una strada sterrata e trovare posto per l'auto non è semplice, in quanto il luogo non è grande. La spiaggia è di ciottoli e frequentata solo da abitanti del luogo. 

L'ultima notte nel Mani ci aspetta, domani direzione Atene e poi a casa.  Ma questa è un'altra storia, un tragitto diverso, che regalerà sorprese. E che sorprese.....


lunedì 26 ottobre 2020

La Grecia 2020 - Peloponneso - Da Monemvasia a Elafonisos

Ogni luogo che lasciamo, è un luogo con una parte di noi. E cosi è anche quel 21 Agosto, quando ci lasciamo alle spalle Monemvasia per recarci in un luogo che dire paradisiaco è dire poco. La distanza è breve, circa 90 minuti di macchina. Il tempo maggiore lo passiamo in attesa del traghetto che da Pounta ci porta al porto di Elafonisos. La traversata dura poco più di dieci minuti. Costo totale 15 euro, 11 per l'auto e uno a testa per i passeggeri. Ci mettiamo sul ponte, il vento è forte ma lo spettacolo che vediamo è bellissimo. Il meltemi ci aspetta con tutta la sua forza. Il nostro affittacamere, Lisa's Place, dista tre minuti in auto. Si trova su una piccola altura che domina l'isola, ma a soli cinque minuti a piedi dal centro. La sistemazione è eccellente, c'è un grande parcheggio interno, così non c'è alcun problema la sera, quando il lungomare viene preso d'assalto dai turisti, molti dei quali sono italiani. La camera è ottima, pulita e fresca, c'è sia la pala al soffitto, che il climatizzatore. La signora Lisa è molto simpatica e presente per qualsiasi problematica. La colazione non viene servita, ma in camera abbiamo trovato un po' di generi alimentari  confezionati.

Non perdiamo tempo e ci dirigiamo subito verso il mare, precisamente Simos Beach. Vento fortissimo, ma paradiso a portata di mano, anzi di ombrellone, nonostante il meltemi. Rimaniamo abbagliati dai colori del mare, turchese, verde, limpido. Non è possibile rimanere fuori, è un bagno continuo. L'acqua è calda, ti verrebbe voglia di berla per quanto è bella.  Resistiamo abbastanza, il vento ci frastorna, ma noi indomiti non vogliamo perdere questo spettacolo. Piccolo aperitivo a base di birra, doccia, riposino e poi cena.

Qui i prezzi sono più alti, non proprio come da noi, ma sicuramente non come il resto del Peloponneso che

abbiamo visitato. Scegliamo uno dei ristoranti più noti, prenotiamo per le venti precise. Dire deludente è poco, sia per la qualità che per il conto. Anche se la location e il tavolo, praticamente quasi nel mare, mitigano la delusione della serata. Tornati in stanza, il meltemi è andato a riposare, è bellissimo vedere le luci del porto e in lontananza Pounta. La giornata successiva, ci vede mattinieri. Sempre Simos Beach, ma da un lato un pò più coperto. E' un pò più faticosa la camminata per arrivare da dove abbiamo parcheggiato, ma ne è valsa la pena. Prendiamo due lettini e l'ombrellone. Il meltemi c'è sempre, ma ora è sopportabile. Mare e relax, relax e mare. Tutto troppo bello. La giornata scivola via che è un piacere. La sera  andiamo in un ristorante posto nella parte dell'isola, non accettano prenotazioni, tanto c'è sempre la fila per mangiare. Troviamo quasi subito posto, molti vanno per l'eccellente veduta con il tramonto, solo quello varrebbe il prezzo della cena. E anche quella sera, la cena fu deludente. Insomma, tanto più è turistica l'isola, tanto meno si mangia bene. Io direi che Aronis Fish Tavern e Ta Nisia tis Panagias hanno deluso le aspettative. 

Le panchine, come in tutta la Grecia, sono un segno indelebile della naturalezza con cui ci si deve sedere e ascoltare il mare, con la sua musica e i suoi mutamenti. Il meltemi anche stasera va a dormire, ma nel buio della notte, in lontananza, vediamo un grosso incendio, leggiamo qualcosa nelle news locali, ma non viene riportato quasi nulla. Invece sarà un qualcosa che ci riguarderà da vicino per la nostra destinazione successiva.  La mattina dopo siamo di nuovo in viaggio verso un'altra meta, ma prima ci aspetta una colazione buona, mentre la maggior parte dei turisti riposano ancora.. Mammy mam, ci offre ottimi sapori, cosi ce ne andiamo un pò meno tristi, verso l'imbarco e con Pounta che ci accoglie per la prossima meta. Pyrgos Dirou nella penisola del Mani. Ci aspetta il dito medio del Peloponneso.


giovedì 15 ottobre 2020

La Grecia 2020- Peloponneso - Da Nafplio a Monemvasia

 La mattina del 18 Agosto ci lasciamo Nafplio alle spalle e li  lasciamo anche un pezzetto del nostro cuore. La direzione è Monemvasia o Malvasia , in onore del suo stupendo vino. In realtà Monemvasia è staccata dalla terra ferma a causa di un terremoto cha la colpì nel quarto secolo dopo Cristo. 

Per arrivare a destinazione passiamo per la famosa Sparta, ma solo per fare una foto al cartello che si trova all'ingresso della città.  Torneremo in zona quanndo andremo a visitare l'antica città  di Mystras, da non perdere assolutamente. Arriviamo verso l'ora di pranzo in Laconia, soggiorniamo in località
Gefyra, posta proprio di fronte all'antica cittadina. Lo spettacolo è da togliere il fiato. Abbiamo preso un albergo a due stelle, il Castro Hotel. La titolare è veramente simpatica e tranne il bagno, che richiederebbe un'attenzione particolare, nel senso una bella rinfrescata, tutto è pulito e sanificato. La colazione è quasi un pranzo, con prodotti molto buoni.

Ci fermiamo a mangiare qualcosa di fresco in un localino sul lungomare. Giornata stupenda e anche un pò stancante, causa i chilometri percorsi. Cosi decidiamo da andare a farci un bagno nella spiaggia posta di fronte l'albergo. 


Il giorno successivo ci rechiamo nella seconda spiaggia più bella e emozianante di tutto il viaggio, Archangelos. Parlare di questo luogo è raccontare se stessi, perdersi nel proprio io, perchè qui, nella rilassatezza del luogo, solo chi ama il viaggio verso rotte fuori dal turismo di massa, può toccare con mano la felicità. Una piccola spiaggia, due file di ombrelloni con ognuna due lettini. Ti accomodi, arriva il ragazzo del ristorante posto proprio di sopra e prendi un caffè o un succo. Questo è quello che  paghi per stare vicino al Paradiso. E per pranzo un loro piatto tradizionale, cioè polpo rosticciato su patatine fritte. Però anche un tradizionale polpo fritto è i benvenuto sulla tavola. Il tutto accompagnato da una Sparta lager, bella fresca. Pomeriggio ancora più bello, c'è un piccolo angolo di spiaggia e scogli, che danno luogo ad una piccola piscina naturale, con pesci che nuotano tranquillamente tra di noi. 

Una giornata cos', merita una degna chiusura gastronomica. Detto e fatto. Taverna to Patriko, come per Nafplio, è l'unico ristorante di cui narrerò le gesta culinarie. Non per nulla ci siamo stati due sere di seguito. Si trova a circa dieci minuti di macchina dal nostro albergo, ma ne vale la pena. Un abbacchio alla scottadito fantastico. Melanzane ripene di cui ancora sento il sapore. E alla fine viene offerto cocomero o anguria, tsipuro e dolce. Tutto alla modica cifra di 15 euro. Da farci l'abbonamento. 

 

Il borgo di Monemvasia è stupendo. Ti perdi fra le viuzze. Arriviamo al mattino presto, per evitare la calca dei turisti. Prendiamo un bel caffè su una terrazza leggermente ventilata. E poi inizia  la scalata, ripida e costante, verso la fortezza.  Nonostante l'orario non tardo, il caldo si fa sentire parecchio. Un vecchio ulivo posto quasi in cima, è la nostra salvezza. La giornata è ventosa, per cui anche stare in spiaggia è complicato, così decidiamo di andare a visitare il fiordo di Gerakas. Un fiordo nel Peloponneso?  E si! Ci sono quattro locali, qualche ca
sa e il porticciolo con delle barche. Decidiamo di fermarci al Cafè Bar Botzi. Proprio sul lungofiordo. Sono quei luoghi che ringrazi il cielo di aver visitato.  

E' l'ultima sera a Monemvasia, domani si parte per un luogo che mai i miei occhi avrebbere pensato di vedere. Elefonisos arriviamo!


venerdì 9 ottobre 2020

La Grecia 2020 - Peloponneso- Da Atene a Nafplio

Ogni viaggio ti lascia qualcosa dentro. Ma questo ancora di più. La voglia di studiare cosa visitare l'anno prossimo e cercare di rivedere quei luoghi in cui quest'anno hai lasciato il cuore, fa si che anche le giornate più buie abbiano un aspetto più presentabile.

Ma iniziamo dalla fine, da quando siamo atterrati a Ciampino e abbiamo fatto il tampone, negativo. Ma poi arriva una mail del Ministero della Salute, dato che sono stato a contatto con un positivo durante il volo da Atene, devo rimanere in quarantena. Alla fine saranno circa 20 giorni di clausura totale. Ma la voglia di Grecia, non solo rimane, ma raddoppia. E' stata una vacanza talmente stupenda, che nulla e nessuno potranno mai rimpormi quei giorni di mare e cultura, divertimento e relax, che nello specifico, il Peloponneso ti può regalare.


E' l'alba del 15 Agosto, dopo lunghi ripensamenti decidiamo di prendere il volo FR1198 da Ciampino direzione Atene.  La sera prima, verso le 23, riceviamo il documento con il relativi QR Code, per poter entrare in Grecia. Fortunatamente inizia con il numero 4. La leggenda narra che iniziando con quel numero si evita  tampone nasale all'arrivo. E comunque non avevamo fatto un sierologico, logicamente negativo.

Volo in perfetto orario. Ritiriamo velocemente il bagaglio e ci rechiamo all'appuntamento all'esterno dell'aeroporto per il ritiro della macchina a noleggio. Gia la difficoltà ad incontrare il tizio dell'autonoleggio ci doveva far nascere qualche dubbio, ma dopo lo scassone che ci hanno dato, i dubbi sono certezze. Non prendete mai una macchina a noleggio da SurPrice Car Rentals. Inaffidabili e molto pochi seri, tutto ciò si dimostrerà ancora meglio nel viaggio di rientro. Prendiamo la stupenda, si fa per dire, Opel Astra ecodiesel e facciamo un bel pò di foto per immortalare i troppi bozzi che aveva.

Facciamo il pieno e partiamo in direzione di Nafplio. Paghiamo l'autostrada non so quante volte, tutta una serie di piccoli importi. Arriva anche la fame, così decidiamo di fermarci in un fast food lungo l'autostrada. Abbiamo subito riscoperto i fantastici prezzi ellenici, molto concorrenziali rispetto alla nostra quotidianità. Riscoperto perchè era da un pò che non tornavamo, nonostante questa fosse la quinta/sesta volta, di Grecia non ne abbiamo mai abbastanza.

Viaggio tranquillo e dopo circa tre ore, arriviamo a Nafplio. La prima capitale della Grecia indipendente.Ci inerpichiamo dentro le vie strette della cittadina e alla fine riusciamo a trovare il nostro albergo. Il Byron Hotel. Se dovessi ritornare e lo farò, unirò nello stesso tragitto Nemea, nota per le sue cantine e il vino molto buono. Ma torniamo all'albergo. Le nostre stanze sono all'ultimo piano, l'affaccio sulla baia di Nafplio è da togliere il respiro.  E la colazione al mattino è un risveglio piacevole e gustoso, su un terrazzo con vista esclusiva.



Piccolo riposino e poi via a conoscere questa cittadina signorile, molto elegante e ben tenuta. Acronanafplia è la seconda fortezza della città ed è facilmente raggiungibile anche a piedi. Fascino, storia e cultura si mescolano tutte insieme. Il panorama è stupendo, forse un pò meno dove c'è un ampio eliporto non molto ben tenuto, ma è solo un piccolo dettaglio. Il pavimento in marmo bianco, conferma la signorilità di questo luogo. I suoi negozi, sono un mix tra turismo di massa e qualcosa che tende all'eccellenza. A questo punto arriva anche la fame e allora, dopo un'attenta ricerca, andiamo da Lichnari, con i suoi tavoli che si trovano non nel centro nevralgico di Nafplio. Siamo un pò fuori dalla movida, tanto per dirla un pò così. Segnalo solo questo locale, perchè è veramente ottimo. Qui ho bevuto il miglior vino greco di tutto il Peloponneso, un Akres White 2019 che accompagna piacevolmente la cena a base di pesce. Logicamente un gattino è sempre stato vicino al nostro tavolo. I gatti e la Grecia, un binomio indissolubile. 


E poi il mare, quel rumore e quei colori che rendono piacevole la vita.  Arvanitia Beach , Karathona e chi più ne ha più ne metta. E poi i localini sul lungomare dove prendere qualcosa di fresco. Palamidi, la fortezza, la vediamo con facilità, nel senso che la mettiamo in vsione arrivando su con la macchina e non salendo i famosi 999 gradini. Decidiamo di fare qualche foto dall'esterno, senza pagare il biglietto per entrare.  

Tre giorni volano, non siamo riusciti a provare l'Antica Gelateria di Roma, una fila perenne. La gola la fa spesso da padrone. Ma qui quel tono di calma e relax che contraddistingue tutta la Grecia,  si fa ancora più marcato. E questa cosa mi piace ancora di più. C'è ancora tanto  da vedere, ci sono un paio di scarpe che ci aspettano, una taverna da provare. E allora ci rivedremo e sarà ancora più bello.

Ora si riparte , la prossima metà è Monemvasia.

 

venerdì 25 settembre 2020

Agriturismo Colle Tocci - Contrada Castagnola - 00028 Subiaco (Roma)


Bel venerdì di fine estate. Ci ritroviamo a festeggiare più compleanni e la fine della clausura. Direzione Laghetto di San Benedetto, vicino Subiaco. Della serie "quanto è utile il web". Infatti è proprio grazie al passaparola via web, che questo luogo è diventato turisticamente talmente tanto rilevante, che si è deciso di far pagare un biglietto di ingresso di un euro e cinquanta centesimi. Certo non è proprio come i Caraibi, diciamo che l'accostamento è un pò azzardato. Ma comunque è bello e vale la visita. Siamo arrivati quasi all'ora di pranzo, per visitare il Sacro Speco conviene andare alla riapertura pomeridiana. Mi metto alla ricerca di qualche bel posticino dove mangiare e rilassarsi. Internet aiuta e cosi mi capita sotto gli occchi Colle Tocci. Leggo qualche rensione e al volo prenoto un tavolo per quattro.L'ultimo chilometro per arrivare al locale è di strada sterrata. E' un agriturismo immerso nel verde e con affaccio sulla valle. Il nostro tavolo è pronto. 
Mi piace al primo impatto questo posto. E dopo averci mangiato mi piacerà ancora di più. La titolare ci avvisa che fuori menù c'è il coniglio in padella. Non ho alcun dubbio sulla scelta di questo piatto. Prendiamo due antipasti della casa, con affettati  e formaggidel luogo , più un tris con trippa alla romana, fagioli cannellini conditi e pezzetti di pane bruscato con i pomodorini. Un bel rosso della casa allieta l'inizio del pranzo. Ma c'è un piatto che incuriosisce un pò tutti, cioè i ‘ndremmappi con baccalà,  cicoria, cannellini e pecorino tostato. Decidiamo di prenderne uno da dividere in quattro. Spettacolare a dir poco. Questo piatto vale da solo il viaggio per ritornare qui.
Perchè ci si torna qui. Ma torniamo alle prelibatezze del pranzo e continuiamo con il coniglio in padella. Qui, come da regolamento dello Chef, la scarpetta è d'obbligo. I piatti si prestano a tale scopo, ma, soprattutto, grazie alla bontà del cucinato. Buonissimo anche lo stinco di maiale. Carne morbida  e gusto delicato. E poi sei in un ambiente familiare e rilassante.Per finire un piatto di dolcetti fatti in casa, con marmellata anch'essa fatta da loro. Tutto molto ma molto buono.       
E poi sembra di essere un pò fuori dal mondo, dove la mente riposa e si è lontani dal nostro vivere  quotidiano, fatto di tempi stretti e corse continue.

          Complimenti ai titolari e alla loro capacità di condividere le cose buone.




 

venerdì 26 giugno 2020

Il Tamburello di Pulcinella- Via Pasquale Fiore 23 - 00165 Roma



Bella e calda serata romana. Il post lockdown riprende lentamente. Viene Fabio a Roma e decidiamo di andare a nmangiare qualcosa di nuovo e di piacevole. Come al solito mi metto alla ricerca di qualcosa che mi attrae.
Alla fine arriva il Tamburello. Leggo qualche recensione, cerco di capire meglio  cosa si mangia, alla fine prenoto. Arriviamo con qualche minuto di ritardo, fortunatamente riusciamo a parcheggiare in zona e la cosa è altamente positiva. Solo un altro tavolo è occupato, per le precauzione dovute al Covid19, tutti i tavoli sono all'aperto e con la dovuta distanza. I ragazzi ci fanno accomodare con la loro mascherina che non manca neanche un momento di accompagnarli.

Arrivano subito due bottiglie di acqua fresca, che ci fanno molto piacere. Il ragazzo ci chiede se gia sappiamo come funziona da loro e alla nostra risposta negativa, ci dice che possiamo ordinare quello che vogliamo, ma amaro e dolce sono offerti dalla casa. A questo punto ci rimane un grosso dubbio, ma sto Tamburello di Pulcinella, cosa è? Ci viene spiegato che loro sono della zona di Avellino e che questo piatto è una loro specialità. In pratica si tratta di un tegamino con zuppa o piatti della stagione, ricoperto con la pasta della pizza. Lievitata 24/48 ore.
Il menù ci porta a voler assaggiare un pò di tutto, per cui prendiamo tre tipi di antipasti diversi. Un misto di salumi e affettati con formaggi, confetture e zucchine alla scapece. Un gran fritto misto di verdure, alici e stuzzichini vari e per finire sua maestà il Tamburello di Pulcinella con i polipetti alla Luciana. Ragazzi che buono tutto, frittura leggera e gustosa. Ma il Tamburello é spaziale. E le quantità sono veramente generose.
Gia a questo punto si potrebbe mettere la parola stop alla cena, ma la gola e la curiosità fanno si che una pizza dell'Archbishop di Canterbury, faccia contento il mio palato. Ottima cottura e impasto veramente digeribile.  Insomma l'Arcivescovo era una buona forchetta. E poi è una via di mezzo tra l'impasto napoletano e quello della pizza romana, veramente un bel connubio.
Nel frattempo il locale si è riempito nei suoi posti a sedere e ogni tanto vengono i ragazzi a sincerarsi che la serata prosegue in maniera ottima.
Per finire una bella grappa barricata chiude questo splendido pasto.
E lo chiude con la consapevolezza che ce ne saranno altri.



mercoledì 26 febbraio 2020

Lo Scopettaro - Lungotevere Testaccio 7 - 00153 Roma

Stupenda giornata molto più che primaverile, nonostante febbraio sia il mese in corso. E' un sabato, dedicato al mattino alla visita guidata del Mitreo di Santa Prisca. L'Aventino, ancora sonnacchioso di sabato mattina, ci accoglie con gusto. Terminata la visita, il Parco degli Aranci mostra tutta la sua bellezza, con una vista imbarazzante per quanto è bella. Siamo arrivati quasi all'ora di pranzo, allora optiamo per uno dei ristoranti tipici di Roma, nel quartiere in cui ho passato parte della mia adolescenza.
Arriviamo un pò prima dell'apertura e prenotiamo. Prima di sederci facciamo un giro per il quartiere, vedere ancora le botteghe artigiane fa un certo effetto. Nello girovagare ci imbattiamo in un laboratorio di pasticceria che ci vedrà da loro subito dopo il pranzo dallo Scopettaro. Insomma il dolce lo degusteremo li.
Alle 12,30 precise arriviamo al ristorante. E facciamo molto bene, perchè verso le 13 il locale è pieno in ogni ordine di sedia, tavoli non più disponibili. Ci accomodiamo al piano inferiore. Essendo i primi scegliamo il tavolo da quattro che ci piaceva di più.
Prontamente arriva il cameriere che ci lascia i menù e la lista dei vini. L'ambiente è rilassante.
Passano pochi minuti e torna prendendo la comanda. La mia scelta cade su qualcosa di spettacolare, cioè il coccio di coratella, accompagnato da bruschetta croccante con fagioli, pecorino e pepe. Già sento il sapore. Il tutto accompagnato da un bel rosso toscano.
Arriva il coccio. Lo guardo con ammirazione. Ma, soprattutto, lo gusto, prima con gli occhi. Una coratella stupenda, a dir poco. Cotta veramente bene e insaporita al punto giusto. Dire che è stata preparata come la fa mia madre è tutto dire. La scarpetta con il pane casareccio è d'obbligo. La bruschetta una vera scoperta, da rifare anche a casa. Con poco si ha un piatto saporito, con un bicchiere di vino che ne esalta il gusto.
Per continuare la mia scelta è caduta sul muscolo alla vaccinara, anche questo degno di nota e degno di scarpetta rinforzata. Piatto tipico della tradizione romana, con sugo carote e sedano. Certo la coda è più saporita, ma anche sto muscolo ha detto pregevolmente la sua.
Un pranzo gustato in tranquillità e con una presenza dei camerieri discreta, ma attenta ai commensali.
Da tornare per provare anche i dolci., oltre agli altri  piatti romani.