martedì 8 ottobre 2019

Bar Trattoria Dea - Piazza San Giovanni, 2 - 02020 - Castel di Tora - Rieti

Queste sono le nostre giornate. Le giornate di quelli della zingarata. E infatti proprio oggi, con i piedi sotto il tavolino, doveva essere svelata la Zingarata del 2020, ma Alfredo ha bruciato la sorpresa. Pazienza ci siamo accontentati di una bella camminata sulle rive del Turano in quel di Colle di Tora  e tra gli stupendi vicoli di Castel di Tora.
Poi è arrivato il bello e buono della giornata, cioè la scoperta di questa piccola perla culinaria.
Ma andiamo per ordine. Il meteo ci lascia un pò interdetti se andare o meno sulle rive del Turano, ma alla fine decidiamo di sfidarlo. Mai decisione fu più azzeccata. Mi metto alla ricerca di un buon posto dove mangiare e salta subito all'occhio Dea. Inizio a leggere e mi segno il cellulare.
Giorno successivo è Peppe che chiama per prenotare, però si fa passare per Agostino e instaura da subito un ottimo feeling con Viola, la padrona di casa. Abbiamo anche il problema della cipolla e tutti i suoi derivati per Roberto, ma Viola non la ferma nessuno, per cui fa preparare un sughetto al volo solo per lui.  Arriviamo sulla piazzetta di Castel di Tora nell'orario prestabilito. Il nostro tavolo per sette è pronto.  Al piano superiore ci sono un paio di camere a disposizione per i pellegrini che affrontano il percorso di San Benedetto, che è lungo circa 300 chilometri.
Viola ci accoglie subito con simpatia, soprattutto Agostino.
Il locale è piccolo, ma c'è un piccolo balconcino con affaccio sulla valle, che lo rende romantico.
Prima dell'inizio del pranzo, c'è la presentazione dei tre primi piatti. Rigorosamente fatti in casa. Solo al guardarli non cotti ti viene l'acquolina in bocca.
I primi ad arrivare sono gli strangozzi ai funghi porcini. Buonissimi. prendiamo un pò di fiato ed ecco i ravioloni ricotta e spinaci, con un sughetto super. Gnocchi e sugo di castrato sono il top.
Per me avremmo potuto chiudere qui. Sazio e soddisfatto. Sapori di una volta, difficili da trovare.
Ma che fai non assaggi la coratella? e per Roberto senza cipolla? Buona buona.
Come l'abbacchio con le patate e la cicorietta ripassata St'abbacchio poesse fero e poesse piuma, quel giorno era piuma, morbido e delicato.
Mangiamo più che bene, nonostante fuori fosse in corso una bufera.
Ma perchè si chiama Dea questa trattoria? Perchè è l'acronimo di De Angelis Angelo, il marito di Viola, nonchè lo chef e di quello di Angela, la loro figlia diciottenne.
Chiudiamo con un piattone di dolci e un caffè.
Tutto questo ben di Dio a venti (20) euro. E inoltre è compresa la simpatia e la cordialità di Viola.
Torneremo sicuramente, con un'ora di macchina si arriva. E se il tempo lo consente, anche una bella passeggiata sulle rive del Turano.