lunedì 30 novembre 2020

La Grecia 2020 - Peloponneso - Da Elafonissos a Pirgos Dirou


Il passagggio sul traghetto per arrivare a Pounta è breve, ma ci regala un gruppo  di tartarughe giganti che sembra ci salutino. Ed è un arrivederci. La strada per Pirgos non sarà breve, a causa soprattutto del famoso incendio che vedevamo dal nostro terrazzo a Elafonissos. Stupendi i paesaggi con la macchina, strade che curvavano sul mare. La costa ci ha regalato scenari mozzafiato. Ad un certo punto, nonostante tutti i nostri intenti di voler proseguire verso la strada più breve, siamo stati obbligati a deviare su strade alternative  che ci hanno fatto aumentare il tempo di percorrenza per arrivare a Pirgos. Era un incendio importante, il vento non  ha certamente aiutato. Il nostro albergo Vlyhada Guesthouse, ci ha accolto con la sola presenza del figlio della titolare. Sapevamo che c'era anche il ristorante, anche con buone recensioni, ma purtropppo in quel periodo era chiuso. Le stanze dignotose, ma con il climatizzatore, che sembrava un trattore per il rumore. La colazione veramente buona, con alcune prelibatezze preparate al momento. Comunque torniamo al giorno in cui siamo arrivati. Lasciamo i bagagli e decidiamo di puntare direttamente verso Capo Tenaro o Capo Matapan. E' il punto più a sud della terraferma  greca. In auto si arriva a Kokkinogia, o meglio, se vi fidate di googlemaps, rischiate di non arrivarci. Infatti le indicazioni sono sbagliate e la strada che dovrete percorrere sarà molto stretta e con una vista sublime. Ma tolto questo piccolo disguido, si aprirà verso di voi un paesaggio stupendo. L'orario giusto per percorrere i circa due chilometri che vi separano dal parcheggio adiacente un ristorante, fino al faro, è quello del tramonto. Sentirete il vento e il rumore del mare. Mettete scarpe adatte, l'infradito non è raccomandato. Il percorso è un pò accidentato, ma

nulla di rischioso, c'erano anche famiglie con bambini. La vista del faro con il mare aperto è qualcosa di unico.  Torniamo al parcheggio che è quasi buio, vediamo che alcuni hanno montato le tende e passano li la notte. 

E il Mani ci regala due ristoranti buonissimi, agli esatti opposti uno dall'altro. Il primo, un locale molto signorile Itan Keros it was about yime l'altro invece rappresenta la classica taverna greca Taberna Vaggelis. Piatti ricercati nel primo, tradizionali e semplici nel secondo. Spesa logicamente differente, ma che in un rapporto qualità/prezzo, li trova entrambi al top. 


Dico Vathia e dico tutto. E' l'emblema, è la storia del Mani. Le sue torri sovrastano le alture.  
Nel Peloponneso  possiamo incontrare decine di luoghi spettacolari, ma nulla come   Vathia. Oggi è un paese fantasma  e alcune delle sue splendide torri versano in stato di abbandono. Dopo questa visita, decidiamo di andare a riposarci e quale luogo migliore se non Marmari. La spiaggia è attrezzata e con soli dieci euro hai ombrellone  e due lettini. Logicamente c'è anche la parte libera. Il mare ti invita a passeggiare dentro le sue acque. Facciamo una bella camminata da un lato all'altro del piccolo golfo. 

Ma il Mani è anche lo scorrere il tempo seduti ad un bar ed ammirare il mare davanti a te. E se tutto questo lo fai a Gerolinemas, che tradotto significa Porto Vecchio, è ancora più gustoso.Più tardi  un bel tuffo a Kato Mezapos Beach ci vuole proprio. Per arrivare bisogna percorrere una strada sterrata e trovare posto per l'auto non è semplice, in quanto il luogo non è grande. La spiaggia è di ciottoli e frequentata solo da abitanti del luogo. 

L'ultima notte nel Mani ci aspetta, domani direzione Atene e poi a casa.  Ma questa è un'altra storia, un tragitto diverso, che regalerà sorprese. E che sorprese.....