Ci sono momenti nella vita che si faticano a cancellare. Come la mattina di quel 24 agosto del 2016. Durante la notte e al mattino presto, due scosse molto forti. Non sapevo dove fosse il terremoto. Accendo la televisione e risuonano le parole del sindaco di Amatrice. Un colpo al cuore, Paolo (nome di fantasia) e la sua famiglia sono di Amatrice. Ma saranno li? Provo a contattarlo ma non ricevo risposta. Entra sempre la segreteria telefonica. Mentre prendo il caffè al bar, mi arriva la sua telefonata e le parole sono queste "Mauro una tragedia, sono morti mia madre, mio padre, mia sorella e mio cognato". Non riesco a capire, non ci credo. Lascio il caffè nella tazzina , esco dal bar e cerco di riordinare le idee. E' tutto molto difficile, le notizie che provengono da li e dai luoghi limitrofi sono devastanti. L'unico modo è andarci direttamente. Ho anche il telefono scarico. Con non poche difficoltà riusciamo ad arrivare ad Amatrice. Vedere quel disastro è una foto che ti rimane impressa dentro. L'Amatrice di prima non c'era più. Quasi tutto distrutto. Molti corpi distesi sotto teli bianchi. Il cimitero con le bare che sono uscite fuori dai loculi. Gente che chiede notizie dei propri cari e amici. E di Paolo non ho notizie, non riesco di nuovo a contattarlo. Soltanto nel tardo pomeriggio di quelle funesta giornata riuscirò a vederlo. E sarà un incontro senza parole. E dopo più di otto anni, lo scorso martedì sono tornato a Amatrice. E quello che ti colpisce è il silenzio, un silenzio che sa di sconfitta. Sconfitta nei confronti della natura e sconfitta delle istituzioni verso la gente. Entriamo con la macchina dalla parte finale della città, dove rimangono i resti di una pompa di benzina. Ci sono tanti cantieri, ma solamente una cosa svetta tra quelle macerie, la torre civica con il suo orologio fermo negli anni alle 3.36 del mattino. E adesso invece le lancette hanno ripreso a muoversi. Ma solo questo c'è. Tutto intorno è la tristezza che ti pervade l'anima. Non riesco a trovare le strade che c'erano prima e dove erano collocate. Una foto ricordo rende l'idea di come era tutto questo fino alle 3.35 del 24 agosto 2016. Vedo la caserma dei carabinieri e un bar alla fine del vecchio vialone con l'indicazione di ordinare i panini, il giorno prima per quello successivo. E ci sono le famose soluzioni emegenziali abitative. Sono parecchie. C'è l'albergo che ha rivisto la luce nel dicembre del 2022 grazie alle più moderne tecniche di costruzione antisismiche. Poco prima c'è la chiesa o parte di essa, con la torre campanaria anch'essa puntellata e quasi tutta distrutta. E allora vedendo le Sae, le soluzioni emergenziali abitative, ti rendi conto della resilienza di questa comunità, la quale continua a lottare , oltre che contro la burocrazia, anche contro il generale inverno, per mantenere viva la propria identità storica e culturale. E anche solo un piatto di amatriciana, rende l'idea dell'orgoglio con cui questa gente spende il proprio nome nel mondo. Ma rimane quel silenzio che ti pervade, ti lascia solo e ti fa riflettere. E' un silenzio solo rotto da qualche rumore di martello pneumatico o di gru. C'è una piccola colonia felina, anche loro partecipano alla ripresa della vita ed a una sorta di normalità. Passa anche lo scuolabus ed un accenno di sorriso fa capolino. Dove ci sono i bambini c'è speranza. Quella speranza che fa da contraltare alla tristezza e al magone che mi avvolge nel momento in cui , con la macchina, ripercorro, nel nulla, la strada per tornare a Roma e con l'immagine della torre civica che diventa sempre più piccola.
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Quattro giorni a Dubrovnik - Croazia -
mercoledì 11 maggio 2022
"La madia del grillo"- Piazza XX Settembre 18- 53043- Chiusi (SI)

bella. Ci dirigiamo verso il centro e vediamo un ristorante parecchio affollato. Dato che ci aveva colpito un locale che avevamo visto in precdenza, torniamo sui nostri passi. Ad un certo punto decidiamo di fare una strada diversa, per vedere cose nuove. E davanti a noi si apre Piazza XX Settembre. Proprio di fronte vediamo il risorante "Il grillo è buoncantore". Colpisce subito pei i piatti che propone. Ma giriamo di 90° lo sguardo e troviamo ciò che fa al caso nostro. Cioè La madia del grillo. Leggiamo al volo il menù e decisiamo di accomodarci. Ci offrono subito acqua e menù. La mia scelta ricade su polenta di mais Biancoperla con crema di fagiolo autoctono toscanello piccante. Che bontà le strisce croccanti di polenta con la crema di fagioli. Fuori menù, ma non per me, carciofi in tempura. E a sorpresa, nello stesso piatto, il fiore di borraggine sempre in tempura. Spettacolare, mai assaggiato prima. Il tutto è accompagnato da una Gouden Carolus ambra alla spina. Una birra dal sapore avvolgente.
Per proseguire ho optato per una scrocchiarella, cioè una focaccia con farina di farro lievitata per 32 ore, con lombetto toscano, mousse di bufala e pomodorini secchi. Anche quello con gorgonzola, pere, miele e noci era molto buono. Anzi, direi più buono, a gusto mio. E grazie al piccolo spazio lasciato, anche il dolce è arrivato alla fine. Degli stupendi calzoncini alla crema di mandorle, fondente 70% con frutti rossi.Un bel caffè e il conto, in linea con quanto abbiamo mangiato, mi fanno dire di voler tornare ad assaggiare le bontà proposte dallo chef.
martedì 25 gennaio 2022
Baccio e i gradini - Via della Piramide Cestia 25- 00153 Roma - Italia
Serata freddina. Arriviamo in questo luogo, grazie a qualcosa che ho letto in rete. La pubblicità è l'anima del commercio. Niente di più vero, ma ci deve essere anche la qualità, anzi soprattutto quella. Ma poi alla fine, si incrociano , tra loro, situazioni che ti portano alla corte di Baccio. A pelle mi è piaciuto quello che ho letto di loro, poi mi son messo a leggere la loro storia, la loro recente apertura e tutte quelle belle recensioni. Poi Alfredo mi dice che cerca una pizzeria che serve pizza napoletana e allora organizziamo. Non potevamo mancare i Franchetti e allora il gioco delle coppie è fatto. Tavolo prenotato, Alfredo è stato previdente. Ci accomodiamo e prima della canonica bottiglia di acqua esibiamo , dietro richiesta, il green pass. L'arredamento è minimal, ma molto interessante. La libreria fatta con le cassette di frutta e verdura, si fonde molto bene con le tovagliette di carta, le sedie metà rosse, l'altra metà color legno e il forno a legna. Arrivano i menù e qualche spiegazione è d'obbligo. Cosa sono i gradini?I gradini sono
delle bruschette fatte con la pasta
dell'impasto della pizza, cotte al vapore e poi passate in forno. Io ho preso quello con la cicoria, buono e gustoso. Ottimo anche il supplì, con 'nduja, friarielli e calamari. Gli scugnizzielli cacio e pepe, sfiziosi e saporiti.Da provare assolutamente, la prossima volta, le frittatine di pasta con sugo alla coda alla vaccinara. Per accompagnare questo piacevole percorso culinario ho scelto una rossa della Fabbrica della Birra Perugia. Il baccalà in pastella è preparato al momento e chi lo ha mangiato ha espresso parole di lode. E anche in rete ho trovato giudizi eccellenti al riguardo. Ed io, amante sviscerato del baccalà, perchè non ho scelto tale pietanza? Perchè ho puntato tutto sulla pizza al
baccalà, con olive nere e capperi. Ma, soprattutto, un baccalà alla cacciatora, preparato con olio al rosmarino, che ha esaltato ancora di più il gusto. La prova della bonta della pizza, la hai principalmente il giorno successivo. E qui ha superato ampiamente l'esame, digeribilisssima. E buonissima, ma quello lo si capiva nel momento che la mangiavi. Per i dolci abbiamo svariato tra una caprese al limone , un babà e un amaro. E' stata proprio una bella serata, sotto tutti i punti di vista. Da ritornare assolutamente, in questo ambiente pulito, caldo e rilassante.Il locale, è molto accogliente e per chi vuole stare fuori, c'è un gazebo, riscaldato d'inverno.Un doveroso riconoscimento va ai ragazzi che ci hanno servito in maniera eccellente. Tempi di attesa in linea con le migliori tempistiche possibili, tavoli subito liberati dopo aver terminato di mangiare e una gentilezza che da a questo locale un tocco in più , che non guasta mai.