giovedì 28 dicembre 2017

Ristorante "Borsari 36 " - Corso Porta Borsari 36 - 37121 - Verona

E' l'otto dicembre. Il freccia rossa ci ha lasciato da poco in stazione. Il tempo di posare i bagagli ed eccoci pronti a trovare il nostro luogo per il pranzo. Verona è una città elegante, l'albero di Natale è molto bello. Le luminarie arredano con gusto il salotto della città. Ora ci troviamo nel centro della città scaligera, Via Borsari. Il civico è il 36. Siamo un pò titubanti se entrare, perchè non sembra l'ingresso di un ristorante. Sarà invece l'ingresso di un luogo che ci lascerà a bocca aperta. Probabilmente non siamo vestiti nella maniera migliore per tale location, ma siamo turisti arrivati da Roma, senza avere nessuna idea del luogo.
Si entra al civico e ci si trova in un  cortile, che immagino nel periodo estivo sia sfruttato in maniera differente. Da una parte l'ingresso dell'hotel Victoria , di fronte il ristorante.
Entriamo e capiamo subito di essere entrati in un luogo che non ci deluderà. Lasciamo i nostri giacconi al personale preposto e ci accomodiamo al nostro tavolo.
Una musica di sottofondo accompagna l'ambiente ovattato della sala.
La cucina è a vista e la cosa mi piace molto. Mi piace vedere con che maestria e serietà preparano e impiattano le pietanze.
Ordiniamo da bere, un'acqua mossa e una ferma. Ordiniamo anche le nostre portate, ma prima di esse arrivano una serie di finger antipastini molto graditi, accompagnati da una bevanda alla caprese.
Anche la zuppa di zucca era veramente buona.
L'ambiente aiuta la conversazione. Però io rimango a guardare con occhi incantati quella cucina a vista.
E vedo come viene creato il mio uovo di Paolo Parisi all'amatriciana. E' quasi un peccato romperlo. Ma il gusto è veramente superiore. Mai avevo provato un piatto del genere.  Il pane nel rosso dell'uovo
accompagnato con il guanciale croccante è qualcosa di unico. Qui si mangia anche con gli occhi.
Le porzioni sono giuste.
Come gli gnocchi di baccalà, peperoni e olive nere.
Sarà che io adoro il baccalà e questo piatto li esalta nella loro interezza. I sapori si sposano nella maniera migliore.
Ci siamo dilungati perchè siamo stai veramente bene. Siamo rimasti solo noi e vedere con che cura viene pulita la cucina e si iniziano a predisporre i prodotti per la cena, da il segnale di quanto ci si trovi in un luogo top. Da stella Michelin? Questo non lo so, non sono in grado di poter fare questa valutazione. Ma forse la cosa più importante è che il cliente esce soddisfatto e con il sorriso. E noi ci usciamo.
Per ultimo ci viene servito un dolce. E il conto, in linea e giusto con quello che abbiamo mangiato e con il servizio offerto, ci viene presentato dentro una pentola mini.

 

mercoledì 20 dicembre 2017

Napoli sotterranea - Piazza San Gaetano 68 - 80138 Napoli


C'è un modo diverso di conoscere e guardare la città partenopea. Ed è quello di vederla nelle sue fondamenta. Vederla a 40 metri di profondità, andando indietro nel tempo e arrivare fino ai giorni nostri.
I primi scavi risalgono a circa 5000 anni fa. In data successiva furono i greci a entrare prepotentemente nella storia sotterranea, portando via molto tufo per la costruzione dei templi.  E facendo questo ebbero modo di costruire molti ambienti, che utilizzarono come ipogei funerari. Il primo in assoluto fu trovato sotto la chiesa di Santa Maria del Pianto.
Il loro intento, poi portato a termine, era quello di costruire, con tutto il materiale tufaceo prelevato, la
città di Neapolis.
Gli scavi proseguirono con i romani, che unirono i vari ambienti con delle gallerie dando luogo ad un importante acquedotto.
Intanto la superficie della città e il numero degli abitanti cresceva e allora quell'acquedotto non bastava più. Cosi grazie ad un facoltoso personaggio, detto il Carmignano, si poté costruire un nuovo acquedotto.
L'epidemia di colera del 1884, che causò migliaia di morti, fu la causa della chiusura dell'impianto nell'anno successivo, in quanto la permeabilità del tufo, fece infettare anche le acque del sottosuolo.
Da allora furono interrotti tutti gli scavi e scemò anche l'importanza di questa opera fluviale.
Ma con la seconda guerra mondiale, venne riscoperta l'importanza di questa città sotterranea, infatti gli ambienti fungevano da valido scudo contro i bombardamenti. E rivestì una grande importanza anche durante le quattro giornate di Napoli.
Purtroppo molti luoghi non possono essere visitati in quanto ormai coperti totalmente da detriti.
La visita dura circa 90 minuti ed è accessibile da tutti. C'è solo un tratto che viene definito "facoltativo", per chi soffre di claustrofobia, in quanto si cammina, con una candela in mano, in cunicoli stretti e talvolta bassi.
Durante la visita, è possibile vedere  gli orti ipogei,  dove vengono coltivati, in particolari condizione climatiche, piantine di basilico. Crescono solamente grazie all'alto tasso di umidità.


martedì 7 novembre 2017

Basilica di San Miniato al monte - Via delle Porte Sante 34 - 50125 Firenze

E' complicato non rimanere a bocca aperta. Tanta bellezza e tanta arte solo in Italia la puoi ammirare. Firenze è una città stupenda. Ben tenuta. Ogni angolo racconta qualcosa di diverso, racconta la storia e la sua architettura.
Talvolta non ci rendiamo conto della fortuna che abbiamo. Roma è unica, come Firenze. Ma solo quando le vedi con gli occhi del turista riesci veramente a capire quello che hai sempre sotto gli occhi, ma non riesci mai a apprezzare.
Una di queste bellezze, è sicuramente la Basilica di san Miniato, che si trova in uno dei luoghi più alti del capoluogo toscano. E rappresenta uno dei migliori esempi dell'architettura romanico fiorentina e la sua stupenda facciata ne è un esempio. Costruito tra XI e XIII secolo, l'esterno della Chiesa di San Miniato è decorato con marmi verdi e bianchi che formano disegni geometrici.
La vista che si gode dall'esterno della Basilica è mozzafiato. Tutta Firenze si vede da qui.
La Chiesa prende il nome dal santo che secoli fa fu  il primo martire di Firenze, e viene descritto come un principe armeno o come un mercante greco che era in pellegrinaggio a Roma.
 All’interno della chiesa si trova uno stupendo pavimento in marmo, con la raffigurazione dello zodiaco e una cripta sottostante, dove si ammirano curiosi capitelli romanici.
Qui si vede che prevale l'ispirazione classica, infatti a separare la navata centrale da quelle minori ci sono colonne con capitelli corinzi.
Le pareti laterali sono ricche di affreschi  Il pavimento della navata centrale è ad intarsio marmoreo con motivi geometrici e zoomorfi, fra cui la ruota dello zodiaco (1207) anche questo simile a quello del coevo Battistero.
 Nel chiostro troviamo  un contributo del pittore Paolo Uccello i resti degli affreschi delle Scene della vita dei Santi Padri (1440 ca.), dipinti nella loggia superiore
Durante i giorni feriali è sempre possibile visitare la basilica poichè le messa sono celebrate nella cripta (durante le celebrazioni si deve comunque rispettare il silenzio) invece nei giorni festivi le visite sono interdette dalle 10.00 alle 12.30 poichè le messe sono celebrate nel corpo centrale della basilica.
Il cimitero monumentale, davanti e dietro la chiesa, ospita le tombe di molti personaggi illustri, tra cui Carlo Lorenzini (Collodi), l'autore di Pinocchio e quella del regista teatrale Franco Zeffirelli.

venerdì 29 settembre 2017

Suite San Michele - Bed and Breakfast - Via Dante Alighieri, 32 - 52043 Castiglion Fiorentino (Ar)

Ci troviamo in Toscana, esattamente in provincia di Arezzo. Da Roma sono poco più di due ore di viaggio. Uscito dall'Autostrada la visuale  cambia, le colline danno un dolce senso al panorama. Il verde ti rilassa. Castiglion Fiorentino è a un tiro di schioppo. Quando ho prenotato non ho avuto dubbi nello scegliere la location. Parcheggiamo e con cinque minuti di camminata ci troviamo di fronte all'ingresso del nostro b&b. Siamo in pieno centro storico. Non
c'è nessuno. Chiamo un numero di  cellulare e mi risponde una squillante voce femminile, che successivamente avrà anche un nome, cioè Sonia. Mi spiega che di li a poco sarebbe arrivato il suo papà ad aprirci. Nel frattempo mi chiede cosa desideriamo per la colazione, dato che la scelta verte tra tre tipologie. Io vado per le salata, fatta con prodotti dell'orto, affettati e formaggi locali. Carla va sul classico, cioè il dolce. Sempre telefonicamente mi da un accenno sulla storia di questa palazzina restaurata nel 2015. Per esempio la nostra stanza, la Suite Bocciolo di Rosa, veniva  usata per essiccare il tabacco. Nel frattempo prenoto anche la zona benessere.
Arrivati entrambi i genitori, ci mostrano la nostra stanza e ci danno le chiavi di ingresso.
La stanza è proprio bella, ha anche un piccolo affaccio sulla via sottostante. La pulizia regna sovrana.
E' arredata con gusto e non manca un utile bottiglia di acqua.
La colazione è semplicemente fantastica. La tavola apparecchiata basterebbe a saziarti. I prodotti sono freschi e di qualità. I pomodori dell'orto sono tutto un altro mangiare. E poi c'è talmente tanta roba che equivale a un pasto completo. Tutto talmente ottimo che ho assaggiato anche la colazione di Carla.
Certo che la zona benessere è veramente bella e rilassante. E' esclusiva per due persone. Bagno turco, sauna , mini piscina idromassaggio e zona relax con poltrona e tisana. Pure un dolcetto troviamo. E' la chicca del b&b. Un piccolo angolo di pace e di benessere.
E in tutto ciò si trova anche la  disponibilità, la gentilezza e  la presenza dei proprietari. Sonia ci ha indicato alcuni luoghi da visitare in zona, direi che l'Eremo Le Celle a Cortona, è stato proprio un suggerimento molto interessante e valido.
Veramente una bella vacanza, un posto ideale dove trascorrere e festeggiare venticinque anni di matrimonio.

mercoledì 20 settembre 2017

Silla's Bistrò - Corso Italia 64/A - Castiglion Fiorentino - Arezzo - Italia

La giornata è stata interessante e rilassante.  Mattino a Cortona, giro in città, ma prima visita all'Eremo di san Francesco e poi alla Basilica di Santa Margherita. Purtroppo il tempo un pò piovigginoso non ha reso la visita a Cortona molto simpatica. Pomeriggio molto rilassante alla Spa, per cui rimaniamo in zona e decidiamo di prenotare, dalla sera precedente, al Silla's Bistrò.
Nonostante sia venerdì sera non c'è molta gente. E' anche vero che noi arriviamo abbastanza presto.
Il titolare ci accoglie con molta gentilezza. Fa decidere a noi dove accomodarci, peccato che la terrazza sia chiusa a causa del brutto tempo. Ci mettiamo nella saletta interna.
Il locale è molto curato, con una particolare tovaglietta che porta questa dicitura: "le persone che amano mangiare sono sempre le persone migliori". Niente di più vero.
Non so, ma ho avuto subito l'impressione che la serata sarebbe stata molto positiva dal punto di vista culinario.
Il titolare ci offre un bel prosecchino e ci porge il menù.  Come antipasto prendo dei funghi porcini trifolati al sugo. La cosa innovativa, per me, è stato trovare l'alloro, sia cotto che crudo. Un sapore veramente diverso e da riproporre a casa. Cosa da non sottovalutare, è che tutti i piatti scelti sono esenti da aglio, a richiesta. E per noi la cosa è importantissima, dato che non gradiamo questo prodotto. Altro antipasto molto buono è stato un crostone con verdure grigliate, mozzarella e cotto.
Ma il top doveva ancora arrivare. Comunque dopo gli antipasti abbiamo voluto far recapitare i nostri complimenti a chi era in cucina.
Prendo una tagliata con rosmarino e pepe nero. Era una vita che non mangiavo una carne così buona e tenera. Sembrava un burro. Il tutto accompagnato da un misto di erbette ripassate in padella con olio e peperoncino. Precisamente cicoria e spinaci. Da bere siamo andati al calice, un rosso shiraz per me e un bianco non fruttato ma sapido per Carla.
Il titolare ci ha lasciato decidere con calma il dolce e alla fine ne abbiamo preso uno in due, cioè cheesecake ai frutti di bosco, con questi ultimi che sono stati ripassati nel padellino prima di essere serviti sopra il dolce. Buonissimo anche questo.
non avevo sbagliato, la serata è stata eccezionale. E questo grazie allo staff del Silla's Bistrò.

venerdì 1 settembre 2017

Basilica della Sagrada Familia - Carrer de Mallorca, 401 - 08013 Barcelona - Spagna

L'unica e ultima volta che sono entrato dentro la Sagrada è stato nel 2004. Era un cantiere all'interno, ora è semplicemente stupendo quello che ho visto e nel 2026, quando anche l'esterno sarà terminato, lo sarà ancora di più.
Nel nostro viaggio itinerante nella Spagna del Sud, Barcellona è l'ultima metà. E la visita alla Sagrada avviene il 19 Agosto, due giorni dopo i terribili fatti della Rambla.
La tensione è nell'aria, anche se i controlli non sembrano così pesanti. Arriviamo alle 9 di mattina, Barcellona a quest'ora ancora dorme. Non c'è molta gente. Abbiamo prenotato anche la visita alle Torri, ma per questioni di sicurezza non si può salire. E non per il brutto tempo.
Prendiamo le audioguide, che saranno fondamentali per farci apprezzare ancora meglio questa opera d'arte.
Progettato nel 1909, l'edificio  inizialmente era destinato all'educazione dei figli e dei bambini del quartiere.
Gaudi ha dedicato questa struttura alla passione, morte, resurrezione e ascensione di Cristo. Le sculture e le porte in bronzo  presenti sono opera di  Josep Maria Subirachcs.
Le sette porte in bronzo danno accesso alla Basilica dalla facciata principale. Su quella centrale c'è il
Padre Nostro scritto in catalano e  "dacci il nostro pane quotidiano" in 50 lingue. 
L'interno della Basilica, cioè il gran bosco ideato da Gaudi, parte dalla pianta a forma  di croce latina  e si innalza fino a 75 metri. Questa  soluzione strutturale permette l'entrata della luce naturale attraverso i finestroni.
L'abside è composto dal presbiterio e dall'ambulacro che lo circonda. Spra il presbiterio ci sono l'organo, l'altare di porfido e il baldacchino con il Cristo in terracotta.
La facciata est, costruita quabdo Gaudi era ancora in vita, narra della nascita di Gesù e della goia e il piacere della vita.
L'intero importo del biglietto di ingresso, cioè 28 euro, viene speso per la costruzione della Basilica. Le torri  sono visitabili esclusivamente in ascensore e non accessibili a tutti.


venerdì 4 agosto 2017

Faro di Punta Palascia o Capo d'Otranto -



 Il nostro fine settimana lungo nel Salento, sfruttando il ponte del 29 Giugno, volge al termine.
Ma prima di rientrare a Bari, passando per Lecce, stupenda città, facciamo una piccola deviazione per andare  a vedere uno dei cinque fari del Mediterraneo, tutelati dalla commissione europea.
All'inizio non riusciamo a trovare il punto di ingresso, ma poi parcheggiamo l'auto e ci incamminiamo.                                                            
                                                      
La strada è in discesa e un pò sdrucciorevole. Ma ecco che si vede davanti a noi il faro. Si trova nel punto piu orientale della nostra penisola. Qui c'è il punto di separazione tra il Mar ionio e il Mar Adriatico. Le reti cellulari italiane  smettono di funzionare e  arriva direttamente il segnale dalla Grecia.
Mi avventuro fino ai piedi del Faro.
Ci sono solo io, il resto del gruppo è rimasto in alto ad aspettarmi.
 E' veramente una strana sensazione di piacere e pace. Solo il rumore del vento e del mare increspato.
Vedo che all'interno del faro c'è anche un bar, che la talvolta diventa anche ristorante. Mangiare sulla terrazza del faro con quel panorama deve essere fantastico.
Bisogna anche dire che  qui esiste  un Museo Multimediale che consente ai visitatori di sapere quali specie  di flora e  fauna è possibile incontrare.
Da tutto questo si capisce che questo è un luogo per chi ama il trekking e la fotografia. Infatti ci sono scorci stupendi che possono e devono essere immortalati. Da non dimenticare che questo è il punto di ingresso della "Grotta dei Cervi", testimonianza del neolitico, in cui sono custoditi circa 200 metri di pittogrammi.
Punta Palascia appartiene al parco Costa Otranto - Santa maria di Leuca e Bosco di tricase e sarà a breve inserito nel costituendo Parco Marino.
Il primo raggio di sole, ogni giorno, ogni anno, è solo qui.



martedì 18 luglio 2017

Ristorante "Due Nove Otto Vermouth Bistrot" - Viale Castellammare 298b - 00054 Fregene -

Bel pomeriggio di Luglio, precisamente è un sabato. Decidiamo di andare in spiaggia a Maccarese, prendiamo solo lettini. La giornata è ventilata. Una doccia veloce e poi a cena fuori da queste parti. Mi metto alla ricerca dei vari locali in zona, incrocio i commenti dei vari siti specializzati e alla fine la scelta cade su Due Nove Otto.
Arriviamo e parcheggiamo con estrema facilità, nonostante sia sabato sera. Avevamo fatto due prenotazioni distinte, ma nessun problema ad unire due tavoli per noi sei. Nell'attesa del ritardatario, il titolare, oltre a spiegarci alcuni piatti, ci spiega il motivo della presenza del vermouth nel loro menù. Ed avendo adocchiato un dolce proprio a base di questo vino aperitivo, decidiamo di farci mettere da parte le ultime tre porzioni. Scelta eccellente. Comunque nell'attesa ci prendiamo un bel punt e mes. Che non fatica ad entrare nei nostri ricordi di pubblicità un pò datate, un punto di amaro e mezzo di dolce.
 Nel frattempo tutte e sei le sedute sono occupate, per cui iniziamo ad ordinare. Il menù è veramente
stuzzicante, speriamo lo siano anche i sapori. Io opto per una tapas, tanto per preparare il viaggio estivo in Spagna, al baccalà mantecato e una empanadas di pesce. Per ciò che concerne il vino, la scelta è caduta su un classico sardo, cioè un bel Piero Mancini.Alla fine abbiamo contato due bottiglie sul nostro tavolo. Il baccalà mantecato è un'autentica sorpresa, ma come la crocchetta, assaggiata dal piatto di Alfio. Sapore al top. L'antipasto del giorno a base di insalatina di seppie, è stato gradito da tutti. Come primo ho preso un tagliolino seppie, menta e pecorino. Io non sono un amante della menta, ma ho voluto rischiare. E ne sono stato ripagato alla grande.  Strepitoso a dir poco. Porzioni generose, ma soprattutto qualità elevata. Anche tutti gli altri piatti sono stati graditi molto.
Il dolce, fortunatamente, lo avevamo assicurato, così tra le chiacchiere e il bel fresco che proveniva dalla pineta, la serata è volata via alla grande.Per dolce, si intende una Bavarese al Vermouth, promossa a pieni voti anche questa delizia. Però  non possiamo andare via senza non   aver assaggiato il Vermouth del Professore. Cavolo quanto è buono. Lo è talmente tanto, che alla fine ne comprerò una bottiglia. Mi ha entusiasmato il suo sapore speziato, ma anche la sua presentazione.
Abbiamo cenato all'esterno, ma gli spazi interni sono innovativi e curati.
Complimenti ad Alessandro e Matteo, perchè la passione ha dato i suoi frutti. 

mercoledì 28 giugno 2017

Chiesa Rupestre "San Pietro Barisano" - 75100 Matera

Detta in origine San Pietro de Veteribus, è la più grande chiesa rupestre di Matera.
Il primo impianto rupestre è collocabile tra il XII° e il XIII° secolo, ma del primo impianto rimangono solo la parte terminale della cappella e gli affreschi dell'Annunciazione e di S. Caterina d'Alessandria.
Con un intervento di ristrutturazione del  XVIII° secolo, vengono poste le basi per dar forma alla chiesa attuale. , con la costruzione della facciata, del campanile e degli ambienti sotterranei che servivano alla "scolatura" dei cadaveri. Questa particolare pratica, che consisteva nel mettere i resti umani dentro delle nicchie  fino alla decomposizione, era riservata ai sacerdoti o a coloro che aspirava a diventare tali.
Nel XX° secolo, a causa dell'umidità ormai eccessiva, affreschi e fonte battesimale, furono trasferiti nella vicina chiesa di Sant'Agostino.
Purtroppo l'abbandono della città di Matera da parte dei suoi abitanti, portò al furto di un notevole numero di opere d'arte.
Ora una piccola descrizione di questa chiesa:
entrando a destra troviamo l'altare di San Giuseppe, l'altare della Madonna della Consolazione e quello del Santissimo Sacramento, con il prezioso pavimento in maiolica.
Nella navata centrale, si trova l'altare maggiore, datato 1771, ed è visibile la cornice della pala d'altare trafugata nel 1977.
Nella navata sinistra, troviamo l'altare del Santissimo Crocifisso, oggi collocato sull'altare maggiore della chiesa di Sant'Agostino. Ai lati le statue in tufo della Madonna delle Grazie e di San Michele Arcangelo nella parte superiore La Trinità. Fino al 1970, si era posta sotto l'altare una statua lignea di Gesù morto, ma appunto successivamente è stata trafugata. Poi troviamo l'altare di S.Maria Maddalena con statua di San Antonio da Padova.Proprio vicino all'ingresso della chiesa a sinistra, troviamo la fossa utilizzata per la fusione delle campane.
Il Santa Sanctorum, era il luogo ove venivano conservate le suppellettili religiose, i paramenti e le reliquie dei santi.
Nel periodo dal 1° Aprile al 30 Novembre, è possibile visitare la chiesa dall 10 alle 19, mentre nel restante periodo invernale dalle 10 alle 14. 


giovedì 11 maggio 2017

Ristorante "Plinius" - Via della Riviera 36 - 65123 Pescara

E' una stupenda giornata di primavera, la spiaggia di Pescara ci accoglie per una lunga passeggiata di
circa 10 chilometri. L'aria salmastra, il leggero venticello e il sole caldo, fanno da cornice ad un quadro che deve ancora esprimere i suoi sapori ed odori migliori.
E' il 24 Aprile, la sera ci sarà anche lo stadio con Pescara-Roma, ma lo spettacolo vero ci sarà all'ora di pranzo nella cornice balneare del Plinius.
Dopo la stupenda passeggiata, una doccia ci rimette in sesto. Arriviamo in orario al nostro appuntamento con il pranzo. Il nostro tavolo è quasi sulla sabbia, la vista mare è rilassante e, allo stesso tempo, fa si che lo iodio ci aiuti a  a scegliere il meglio tra le varie portate. E in tutto questo Federica ha trovato la  posizione migliore in cui farci accomodare o coccolare.
Ma che significa scegliere il meglio se alla fine si tratta di provare una cosa più buona e genuina dell'altra. Perchè  qui si cucinano solo prodotti di qualità.
Intanto iniziamo con il vino. A quello devo pensare io, perchè sono l'unico amante del genere nel gruppo. Non voglio la carta e mi affido al consiglio del gentile collaboratore di sala ( di spiaggia). Mi propone un pecorino fresco e gradevolmente fruttato. Nell'attesa degli antipasti ci sgranocchiamo un pò di pane. Ma ecco arrivare la mia insalata di mare. Buona e condita con maestria. Con il vino è quasi un matrimonio perfetto. E si, perchè il matrimonio perfetto arriverà più tardi.
Nel frattempo mi godo questa bontà, insieme ad un cartoccio di alici fritte. Peccato era l'ultimo disponibile. Lo abbiamo diviso in sei. Toccherà ritornare per prendere il restante cartoccio che al momento ha mangiato qualcun altro.
Non tocca attendere molto per vedere arrivare un piatto di frittura che è da goduria assoluta solo a  vederlo. Una frittura di paranza, o pescato del giorno, bianca e profumata. Aggiungo solo un pò di limone , ma veramente poco, perchè il sapore di quella frittura non deve terminare in breve tempo. Qui ho partecipato ad un evento lirico che pochi, nella giornata odierna, a pranzo, hanno avuto l'opportunità di poter ascoltare, cioè l'inno alla frittura. Una delicatezza ed un gusto che non ha eguali.Con il vino l'accoppiamento è assicurato.
 Ed ecco arrivare i dolci.
 Qui la mano di Massimo è eloquente.
Talvolta basta quel piccolo tocco di fantasia, per far si che un ottimo dolce, diventi superlativo.  Tocchiamo le papille gustative in maniera dolce e saporita, ma con tatto.
 Un semifreddo salato alle nocciole con sciroppo di
 acero.
E' l'esatto peso tra il dolce e il salato che rende questo dolce una prelibatezza unica.
 La crema chantilly con frutti di bosco è un altro di quei dolci che difficilmente puoi dimenticare.
Ma di questa giornata è impossibile dimenticare qualcosa. Dalla location, alla compagnia e a chi ha avuto la bravura di farci vivere questa bella giornata.
 E si, perché poi la sera abbiamo chiuso con una pizza, ottima e non pesante, anzi di facile digeribilità.
Plinius, torniamo presto. Mica vi vorrete liberare di noi????


mercoledì 19 aprile 2017

"Il Convento dei Cappuccini" - Via Vittorio Veneto 27 - 00187 Roma

E' un sabato mattina e decidiamo di andare a visitare questo luogo sacro. Per certi versi a qualcuno potrebbe risultare un pò inquietante, per ciò che concerne la cripta, ma in realtà non lo è.
E' un sabato di Rugby internazionale, il sei nazioni, in zona Piazza Barberini, ci sono molto tifosi colorati di verde. L'irlanda è l'avversaria dell'Italia. E qualcuno di loro ne approfitta per visitare il Convento.
La guida è una ragazza che riesce subito a coinvolgere l'interesse del nostro gruppo. Appuntamento ore 10, ma come al solito c'è sempre qualche ritardatario. La prima cosa che vediamo, è il Museo. Scopo è quello di  mettere in luce la spiritualità e un sobrio e semplice stile di vita di Questo ordine religioso.  Le sale mettono soprattutto in luce la conservazione del patrimonio storico artistico dei Cappuccini di Roma e del Lazio. E' composto da otto sale, le quali rappresentano particolarmente la vita di coloro che, divenuti religiosi, si ispirano alle testimonianze dei santi cappuccini, come San Giuseppe da Leonessa, San Crispino da Viterbo e San Pio da Pietrelcina.
Il convento fu terminato nel 1631, grazie all'impegno della famiglia Barberini. Tra le opere più importanti da vedere c'è sicuramente il "San Francesco in meditazione", opera del Caravaggio.
Viene dato anche risalto all'attività spirituale e missionaria dell'ordine nel ventesimo secolo.
Ora si passa alla Cripta, la quale viene realizzata nella seconda metà del XVIII secolo. Nel 1631 i
Cappuccini lasciarono la loro dimora vicino a Fontana di Trevi, per stabilirsi in questa, così , come scrive Padre Michele da Bergamo, furono trasportati i resti di San Felice da Cantalice e di altri frati e santi.
La geniale composizione delle ossa,  è la rappresentazione evidente del senso cristiano della vita e  conseguentemente della resurrezione.
Attualmente sono ospitati i resti mortali di circa 3700 defunti, ma colui che ha eseguito le decorazioni ossee dell cripta, non ha ancora un nome. Anche se qualcuno ha indicato nel noto pittore cappuccino Norberto Baumgartner da Vienna, colui che ha avuto l'idea.
La Chiesa ha visto la celebrazione della prima messa nel mese di ottobre dal 1630 e fu officiata
da Papa Urbano VIII. Ha una sola navata con cappelle laterali rialzate e chiuse da cancellate di legno.
Unica cosa estranea alla linea dei Cappuccini è l'altare centrale in marmo in cui si vede lo stemma di Urbano VIII.
All'interno della chiesa ci sono molte opere importanti, tra cui San Michele Arcangelo di Guido Reni, Pietà di Andrea Camassei  e Natività di Giovanni Lanfranco. Queste sono solo alcune delle opere presenti. Qui troviamo le spoglie di San Felice di Cantalice  e di Padre Mariano da Torino, di cui è in atto la beatificazione. Le tombe più significative sono quelle di Antonio Barberini e del Principe Alessandro Sobieski.
L'ingrresso è dalle 09 alle 19, tutti i giorni. Attualmente il biglietto di ingresso è di Euro 8,50, ridotto 5. Guida esclusa.

martedì 14 marzo 2017

Enopolium Bistrot - Circ.ne Trionfale 94 - 00196 Roma



 Metti una sera a cena e metti che casualmente è l'otto marzo. E' un mercoledì. Per non incorrere in una location troppo affollata, decidiamo di prenotare per le 20. Parcheggio l'auto vicino al Mercato dei Fiori, per chi è della zona il luogo è ben conosciuto e si trova proprio alle spalle del locale. Siamo i primi ad arrivare, poi arriveranno un'altra coppia e due ragazze. Il titolare è veramente gentile e ci mette a nostro agio. Capisce che è la prima volta che veniamo nel suo locale, per cui ci spiega un pò come funziona, o meglio quali sono le scelte di gusto e giuste per avere un'eccellente serata. Gli spiedini sono il "must", lo stecco è la sublimazione del "must". E si, perchè racchiude tutto quello che potresti trovare nei singoli "stecchi". Ce ne sono un paio che non mi attirano per niente, infatti hanno carciofi e falafel, cioè frittura con ceci sminuzzati. Il resto degli stecchi è sinfonia per il palato. Tra pesce, direi il salmone cotto in maniera stupenda  e polpettine di  gorgonzola, non saprei cosa preferire. I funghi non sono da meno. Il mini hambuger cattura la nostra attenzione, è simpatico, sfizioso e molto buono. E poi le salsine che accompagnano la degustazione sono azzeccate e su tutte svetta  quella con miele e peperoncino. Un pinot grigio accompagna la nostra cena. E alla fine la bottiglia è vuota.
                                                                                                                             
Si sa , l'appetito vien mangiando e allora leggiamo sulla lavagna i primi disponibili, però ce ne è uno che intriga più degli altri. Sto parlando  degli spaghetti aglio e olio su gambero crudo. Eccezionali a dir poco. Il calore della pasta sui gamberi, fa si che pian piano il loro sapore si amalgami con gli spaghetti. E dato che non abbiamo un buon rapporto con l'aglio li abbiamo chiesti senza. Buonissimi lo stesso, anche se ammetto che con l'aglio sarebbero stati più saporiti.

Ci viziamo fino alla fine e ci viene consigliata la cheesecake. Avevo letto qualcosa di non molto postitivo relativamente ai dolci, ma noi siamo temerari e corriamo il rischio. Mai rischio è stato più azzeccato, una cheesecake ai livelli di Massimo, che per noi è il top. A parte vengono servite salsine  di frutti di bosco, miele, cioccolato fondente e crema al caffè. E due mele fritte che ti fanno venire in mente antichi ricordi.
La cena si chiude con i nostri personali complimenti a uno dei titolari, perchè sono stati veramente bravi, non solo nel cucinare, ma anche nell'attenzione rivolta a noi, con discrezione, per farci sentire a nostra agio.

mercoledì 8 marzo 2017

Ristorante "VII Coorte" - Piazza Sidney Sonnino 29 - 00153 Roma

Metti una sera di febbraio a cena a Trastevere. E metti pure che la serata è quasi mite per  il mese in cui ci troviamo. Per andare alla perfezione, dovremmo cenare alla grande. E allora optiamo per questo locale che si trova nel cuore del quartiere. Appuntamento alle 20 con i Franchetti. Uno pensa che "si andrà tutto bene", che la cena sarà ottima. Invece no, tutto di più. La serata alla fine sarà perfetta, con annessa passeggiata per le viuzze del quartiere, piene di giovani  e di locali.
Ma torniano a noi. Entriamo e il nostro tavolo ci aspetta. Si può benissimo definire un "ristrobistrot".
Ricordo che in questo locale venimmo tanti anni fa, sempre noi quattro, a prendere il "zababaione", infatti era una pasticceria/gelateria, con annessa terrazza, che ancora esiste.
Ma torniamo all'attualità. Arrivano subito due bottiglie di acqua e prima ancora un prosecco di benvenuto. La lista dei vini è molto interessante, ma lo sarà di più, nel finale, quella dei distillati.
Optiamo all'inizio per un Fiano, ma poi dirottiamo la nostra scelta su un ottimo Greco di Tufo.
Dividiamo esattamente a metà la nostra scelta, tra piatti di mare e di terra. La scelta varia dalle bruschette fantasia o mix di bruschette, molto buone e particolari, al calamaro con la cicoria, per finire con il polpo della corte, quello che ho scelto io. Non fare la scarpetta al termine di questo piatto sarebbe stato sacrilego. E' pieno di profumi e di sapori questo antipasto, che da solo basterebbe a riempire  la serata. Però è giusto proseguire, perché la bontà è talmente elevata, che la sorpresa è dietro l'angolo. La mia frittura di calamari e gamberi riempie totalmente il piatto, è veramente tanta. Ma, soprattutto, è veramente molto buona. Fritta in modo eccellente e con olio nuovo, si vede dal bel bianco del prodotto finito. Anche la tagliata, presa dalle signore, è ottima, a loro dire.
Pasto impegnativo per la quantità, ma un po' di dolce non fatica a starci.
Ed ecco un bel cannolo, per non dimenticare le origini sicule dello chef, con ricotta e pezzetti di cioccolato fondente. Da leccarsi i baffi. E per chi non prende il dolce, l'attenzione è totalmente presa dai distillati. Ce ne sono parecchi, però da un lato vedo spuntare fuori una bottiglia di Akashi, whisky giapponese campione del mondo, due anni fa. Spettacolare al palato e morbido, un single malt con i fiocchi. L'altro assaggio è riservato ad un whisky finlandese, molto torbato, un po' troppo per i miei gusti, un finlagan, anche questo single malt. Insomma una nota aggiuntiva molto positiva alla serata.
Ristorante molto valido, assolutamente da riprovare, anche perché ci troviamo nel cuore pulsante della città eterna.

lunedì 16 gennaio 2017

Apartment Weissenegger - Bachtröglweg | Via Bachtrögl 42 - Schlern | Fiè allo Sciliar - Südtirol | Alto Adige

 La ricerca è stata affannosa, anche un pò complicata. E' vero che ci siamo mossi in anticipo, ma molte persone prenotano la sistemazione per la settimana bianca, fin dall'anno precedente. Noi no, perché dove siamo stati nel 2016 non ci dava la disponibilità per lo stesso periodo del 2017, cioè dall'uno all'otto gennaio.
Ho iniziato a mandare mail, ma risposte sempre negative. Fin quando dopo aver inviato mail relative alla disponibilità di cui ho scritto in precedenza, ecco arrivare questa.
Leggo con attenzione e vado su booking a vedere le recensioni di coloro che avevano alloggiato presso la Famiglia Weissenegger.  Valutazione superiore a nove, commenti semplicemente eccellenti.
E poi è perfetta proprio per noi. Infatti si compone di tre soli appartamenti per tre famiglie.
Non ci posso quasi credere, dopo aver inviato molte richieste, la fatica viene ripagata.
Sono veramente molto gentili anche nelle indicazioni ricevute via mail, ma lo saranno ancora di più quando li conosceremo di persona.
E si, alla fine, senza starci a pensare più di tanto, abbiamo preso la decisione giusta e non ci siamo fatti scappare questa opportunità.
Arriviamo il primo gennaio verso le 15. Viaggio molto comodo e senza traffico. Dopo aver avuto qualche difficoltà a trovare il luogo esatto degli appartamenti, eccoci arrivare davanti l'uscio.
Due appartamenti sono posti al primo piano, mentre l'altro è mansardato. Sono caldissimi, si sta tranquillamente a mezze maniche.

Gli appartamenti sono dotati di tutto ciò che serve e uno dei tre ha la lavastoviglie. Il cambio degli asciugamani è quando  desideri farlo. Infatti all'ingresso c'è un piccolo armadio dove sono riposti tutti gli asciugamani puliti, ma in quantità elevata. E nelle vicinanze è presente un cestone dove mettere quelli da lavare.
Noi abbiamo avuto un piccolo problema con il rubinetto della doccia. Sono intervenuti un paio di volte e si sono mostrati molto dispiaciuti dell'accaduto.
La veduta dai balconi è veramente notevole, peccato che il paesaggio imbiancato dalla neve ce lo siamo soltanto immaginato nella nostra testa. Era molto più simile ad un bel paesaggio estivo, come in realtà sono state poi le nostre passeggiate.
Nonostante la mancanza di neve, è stato un soggiorno molto bello e la comodità degli appartamenti, insieme alla presenza dei proprietari, hanno influito molto positivamente in questa valutazione.
E  la bottiglia di vino che ci hanno regalato è stata molto gradita.


mercoledì 11 gennaio 2017

Paulaner Stuben - Via Argentiera 16 - 39100 Bolzano

 La nostra vacanza in Alto Adige, non può concludersi senza una visita a Bolzano, città bella e di classe. E poi ci arriviamo il 5 Gennaio, primo giorno dei saldi. Non so se la scelta è quella giusta, sicuramente lo è per Jacopo, dato che riesce ad acquistare uno stupendo capo di abbigliamento alla Colmar.
 La città è praticamente invasa, sia dai turisti,  che dai locali. Senza dimenticare il Mercatino di Natale, che terminerà il giorno successivo. trovare un posto per mangiare non è cosa semplice, anche per la nostra organizzazione capillare e puntuale, in quanto non pensavamo di trovare tanta gente. Anche per il parcheggio la situazione è stata alquanto complicata, ma alla fine, facendo un pò di fila, siamo riusciti a trovare posto.
E alla fine troviamo posto anche per mangiare. Un locale che dall'esterno e per il fatto di essere aperto quasi 24 ore consecutive, non attrae subito la mia attenzione e la mia fiducia culinaria.
E invece la sorpresa, positiva, è molto gradita.
Diciamo che solo dopo cinque minuti di attesa ci hanno fatto accomodare. Il cameriere non è che si presenta bene, un pò acido, forse una giornataccia, così la situazione viene presa in mano dal
responsabile della sala. Ed è tutta un'altra storia, alla fine anche la gentilezza e la presenza contano in una valutazione globale.
Dunque intanto ci porta due cestini di pane, uno normale e l'altro con pani del luogo. Logicamente la birra da prendere è la Paulaner, birra bavarese. Optiamo per la chiara classica. Alla spina.
La fame vien mangiando, ma anche vedendo i piatti che passano. Per questo motivo decidiamo di assaggiare due antipasti da dividere fra tutti, cioè sei. Un classico tagliere con assortimento di salami e formaggi e una merenda tirolese, composta da  speck, formaggi locali, mostarda di frutta, crocchetta di patate “Rösti”. Accidenti che bei sapori. E con la birra ancora più buoni.
Tranne Massimo che opta per una pizza contadina e Carla che avendo voglia di fritto, sceglie la cotoletta alla milanese con patatine fritte, il resto del gruppo sceglie piatti un pò più strutturati.
Si va dal formaggio di malga alla piastra con verdure e funghi di bosco, al roast beef all` Inglese con rucola, patate saltate e salsa tartar, per finire al piatto top, cioè quello che ho scelto io,  uova  all`occhio di bue con speck croccante e patate saltate.
Cavolo quanto era buono, con la giusta consistenza di tutte le spezie, ma soprattutto la consistenze delle uova. Veramente un piatto da applauso.
Un discreto caffè ha chiuso il pranzo. E un ottimo conto ha messo la parola fine a questa splendida mangiata. Infatti poco meno di 20 euro a testa.
Insomma un bel pranzo nel pieno centro di Bolzano, una città a dimensione umana.