venerdì 13 maggio 2016

Verso il Grand Canyon, l'ultimo nostro appuntamento

E inizia l'ultima traversata chilometrica per avvicinarsi e raggiungere il Grand Canyon. Il nostro naso è rivolto sempre verso il cielo, i nuvoloni cerchiamo di allontanarli con lo sguardo.  Dopo l'esperienza alla Riserva Indiana, quello che chiediamo è solo un tempo meteo senza la pioggia. La destinazione finale è Tuyasan, dove alloggeremo al Red Feather Lodge.
La nostra prima sosta, è Little Colorado, luogo di osservazione. Panoramico, ma nulla a che fare con quello che si vedrà all'interno del Grand Canyon.
Però essendo la nostra prima tappa, ne rimaniamo estasiati. C'è vento e questo muove il cielo sopra di noi.
Iniziamo a fare foto e i nostri sguardi si rivolgono verso quell'infinito che sembra non avere un termine. Cerco di non pensare che la vacanza stia per finire, ma certo la mente ci va un pò li.
Poi è la volta dei cartelli che iniziano a metterti in guardia da ciò che potresti incontrare e di avere un atteggiamento rispettoso sia della flora che della fauna.
Risaliamo sulla nostra macchina e continuiamo il viaggio di avvicinamento. Passa un pò di tempo e arriviamo all'ingresso del parco. La  carta dei parchi è stata la nostra salvezza, ci ha evitato di spendere una fortuna per tutti quelli che abbiamo visitato.
Il fiume Colorado è la presenza discreta e fondamentale di questo Parco, divenuto monumento  nazionale nel 1908 e parco nel 1919. E, cosa di non piccola importanza, è stato inserito dall'Unesco come Patrimonio dell'Umanità.
E' l'ordine, la pulizia e il rispetto del Parco e dei suoi abitanti, cioè gli animali, quello che salta agli occhi.
Il panorama è da sogno, ti toglie il fiato. E' talmente grande che non so quanto tempo ci vorrebbe per visitarlo in ogni suo dettaglio. E non è neanche il più grande degli States.
Rimarresti a fare foto e osservare il silenzio per ore.
Si, osservare, perchè il vento, i nuvoloni che si rincorrono, le prime gocce di pioggia, emettono solo un leggero suono.
Un suono che ti culla e fa si che un sogno è diventato realtà.
Fino a qualche anno orsono, mai avrei pensato di trovarmi qui.
Ora ci sono e il silenzio fa si che i miei occhi vedano uno spettacolo unico.
 Ma forse sono tanti gli spettacoli unici che ho avuto la fortuna di vedere durante questo viaggio.
Però ora siamo qui e riusciamo a vedere molto già prima dell'ora di pranzo e di poter lasciare i bagagli in albergo. Inizia a piovere, lo sapevamo. Cambia anche la temperatura.
Mangiamo qualcosa al volo e con la macchina arriviamo ad un punto di parcheggio, prendiamo un bus che ci permette di visitare l'altra parte del parco. Una fila composta  e tenuta in ordine da una signora anziana, permette ai visitatori di salire e prendere posto.
La conducente del bus, permette ad ogni fermata di salire solo a tot persone corrispondenti a coloro che scendono. E la sua autorità mi lascia a bocca aperta, pensando a questa cosa trasportata in Italia, dove solo fare una fila è sinonimo di "come posso evitarla?".


La bellezza  del Grand Canyon è anche questa, trovare lungo la strada animali che mangiano e comunque non hanno problemi con gli esseri umani.
Ho visto tantissime macchine fermarsi e fare foto. E lui, questo signore accanto non ci ha neanche degnato di uno sguardo. Era troppo indaffarato a mangiare per potersi curare di coloro che scattavano foto e giravano filmini.
Ma dopotutto è proprio questo il bello. La normalità della natura.
Si, la natura. Che qui è maestosa e quando ti affacci, magari dal Desert View Point, ti accorgi di quanto sia immensa e tu solamente un puntino.
Detto ciò, il tempo non si è mostrato inclemente a livelli stratosferici. Un po' di pioggia c'è stata, ma non da rovinare le nostre escursioni.
E alla fine ci ha regalato anche uno stupendo arcobaleno
E' la fase finale della nostra avventura, un viaggio unico, indimenticabile, con qualche disavventura, paura, incazzatura, ma nulla può togliere quello che ci ha lasciato.
Ognuno di noi sei, ha un ricordo indelebile dentro di se.
Il mio è relativo a due situazioni particolari.
La prima a New York, la splendida veduta, dopo aver passato il ponte di Brooklin , verso la City, con gli scoiattoli che camminavano vicino a me.
La seconda il Golden Gate in bicicletta a San Francisco. Forse più il secondo del primo, ma è veramente complicato.
Però sono sicuro di sapere quale è il più bel ricordo di Mirco, perchè ha coronato un suo sogno da bambino. Cioè entrare al Bellagio a Las Vegas,  con il cartone della pizza. Un entrata trionfale.
E conosco anche la cosa che gli manca anche ora.
Lo so, ti siamo vicini, vedrai quando torneremo per La Route 66 lo porteremo sempre con noi.

Il nostro inseparabile compagno di viaggio per le strade degli States.
"Il mondo è un libro e chi non viaggia ne conosce solo una pagina."

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