mercoledì 4 maggio 2016

Ristorante "San Biagio" - Via San Biagio 12 - 75100 Matera


E' la nostra giornata annuale di svago, detta anche la "zingarata". E si, perchè prendiamo un aereo e, in una sola giornata, andiamo e torniamo a casa. L'anno scorso ci accolse Barcellona, stavolta siamo ritornati in Italia. Precisamente a Matera. Aereo fino a Bari e poi auto a noleggio fino alla città dei sassi.
Piccola premessa, circa 10 giorni prima ero andato in avanscoperta e avevo individuato un ristorante niente male.
Logicamente il ristorante è questo. Arriviamo puntuali alle 13,30 e il titolare mi riconosce, in quanto la volta scorsa ero venuto con  Marko Tana. Quando c'è lui è difficile che passi inosservata la serata.
Appena arrivati ci sediamo e ci portano pinzimonio, pane e  piattini di peperoni cruschi. Sembrava di mangiare le patatine fritte. Uno tira l'altro. E siamo solo all'inizio.
Ma è un gran bell'inizio. Per il vino ci pensa Fabrizio, il quale acconsente al fatto che si possa versare questo vino della zona, un bel rosso del Salento.
A questo punto, inizia la scelta relativa all'antipasto. Per avere l'opportunità di assaggiare un pò tutti i piatti proposti, optiamo per la selezione di antipasti misti, che va bene per due persone. Ma dato che noi abbiamo gente che mangia poco, ne prendiamo tre, anche se siamo in otto. Da notare che sei allergico alla cipolla, qui non ci sono problemi.
Torniamo alla nostra selezione, la quale inizia con il piatto tradizionale, cioè purè di fave con cicoria e crostoni di pane.
Sublime è fare un torto allo chef. Chef che successivamente Bixio ed io abbiamo conosciuto meglio, mentre ci fumavamo un bel sigaro sorseggiando grappa e whisky. La selezione prosegue con tagliere di affettati e pera cotta nell'aglianico. La pera ha veramente un gusto particolare, azzeccata la scelta di servirla con gli affettati.
Poi arrivata una burrata con verdurine croccanti, ma soprattutto la millefoglie con ricotta. Scegliere il migliore piatto della selezione è veramente arduo. E infatti tutti primi a pari merito.
Tra l'antipasto  e l'arrivo dei primi, cerchiamo di prendere un pò di tempo, soprattutto per cercare di assaporare quello che arriva in seguito.
In sei scegliamo questo piatto fenomenale, cioè spaghetti alla chitarra al pesto di mandorle, con guanciale croccante e pecorino. Da autentica standing ovation. Anche la volta precedente avevo scelto questo piatto, talmente di alto livello che non ho potuto fare a meno di riprenderlo.

Ma non di meno è l'altro primo piatto scelto, cioè i cavatelli con baccalà, peperoni cruschi e foglie di basilico. Fortunatamente il mio grande amico Camillone, me ne ha fatto assaggiare una forchettata, ma non di più. Ma tanto è bastato per sentire un gusto sopraffino.
Devo dire che la disponibilità di chi ci lavora è totale.
Infatti qualcuno ancora non è sazio e avendo visto varie macellerie al centro della città, chiede di poter assaggiare un pò di carne. La cipolla c'è in tutti i piatti, per cui si prende un piccolo assaggio di manzo, saltato in padella. Buono, ma primi, antipasto e , successivamente dolci, sono superiori.
La giornata è piacevole e la veduta che c'è dal locale è veramente emozionante. E' direttamente tra i sassi e lo spettacolo ci guadagna.
I dolci sono alla stessa altezza di tutto il pranzo, cioè altezza da brividi.
Solo in due optiamo per i distillati, ma c'è anche chi opta per tutti e due.
Il tortino al cioccolato dal cuore morbido con panna,   insieme alla millefoglie con creme chantilly, chiudono alla grande un pranzo che rappresenta per noi, cultori del cibo e del buon bere, un punto di riferimento per eventuali altre nostre passeggiate da queste parti.

E senza dimenticare un conto che nel rapporto qualità/prezzo, ha avuto nei nostri portafogli un contatto molto positivo.
Insomma spendere 35 Euro, bevande comprese, cioè acqua e due bottiglie di vino, più sei distillati, vuol dire che la passione per la buona cucina, senza voler a tutti i costi spennare i clienti, esiste ancora.

Un complimento a tutti coloro che vi lavorano e  allo chef, che per ben 11 anni, ha lavorato a Roma.
Torneremo sicuramente da quelle parti, precisamente al Ristorante san Biagio.

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