martedì 11 ottobre 2016

Hosteria del mare - Piazza Ragusa 3 - 00182 Roma


E' un sabato sera romano, con la pioggia che incombe.  La settimana prima Roberto ci aveva parlato di un locale dove si mangiava del pesce, sia crudo che cotto, a dir poco fantastico.
Non ce lo facciamo dire due volte, cosi,  complice il brutto tempo, decidiamo di passare un sabato sera all'Hosteria del Mare. Noi arriviamo in metro e con una camminata di dieci minuti arriviamo a Piazza Ragusa 3, dalla stazione di Piazza Re di Roma.
Incredibile ma vero, Roberto ci sta aspettando, caso più unico che raro, forse è per questo che il brutto tempo incombe. Diciamo che la puntualità non è  mai stato il suo forte.
 Dopo i convenevoli di rito, con noi ci sono anche Alessandra e Mirco,  veri esperti della cucina a base di pesce, ci accomodiamo al nostro tavolo, che si trovava nel dehor.
All'ingresso ci saluta il padre del proprietario, nonché chef del locale, il quale si presenta a noi poco dopo, si tratta di Simone.
Compagno di squadra di Roberto nel rugby.
Ci porge i menù, ma sappiamo che ci fideremo totalmente delle sue indicazioni, per cui solo una rapida occhiata. Un prosecco e qualche assaggino fritto faranno da cornice  a quella che si rivelerà una delle serate più gustose e di gran qualità che abbia mai trascorso.
Siamo in sei e scegliamo antipasto sia di crudo che di cotto. Arriva un plateau royal di crudo che ricorda quello presso a Cancale, in Bretagna.  Ostriche, scampi e gamberi, buoni anche senza aggiungere nulla. Filetto di tonno scottato con cipolla rossa di tropea e una tartare, sempre di tonno, da brivido di piacere. Tra i caldi menzione speciale per i polipetti alla Luciana, ma il polpo caldo è stato qualcosa di magnifico. Un sapore ampliato dalla perfetta cottura, la quale è avvenuta con l'aiuto dei tappi di sughero. Insomma ci è stato svelato anche un piccolo segreto culinario. I fritti tutti buoni e senza olio in eccesso. Il soutè di cozze, chiude un antipasto che da solo serve a saziare.


Ma noi vogliamo provare anche i primi e lasciare un piccolo spazio per i secondi. Logicamente in tutto questo anche la carta dei vini è importante. Alla fine la scelta cade su un Gewurztraminer St. Paul.
Vino fruttato e perfetto sia con il crudo che con il cotto, anche se la prevalenza dell'accoppiamento  è sul primo.
Ora arriviamo alla scelta dei primi piatti e qui la fantasia e la bravura dell chef danno il loro meglio. Dietro consiglio di Roberto, poi seguito anche da Mirco, prendiamo spaghetti mollicati  con colatura di alici di Cetara. Cottura perfetta e sapore mai provato. Anche un assaggiano di paccheri di Gragnano al ragù di crostacei è arrivato, ma lo spaghetto non  teme rivali.
 A questo punto, prendendo un pò di tempo, riusciamo
a ricavare un piccolo spazio per il dolce.
Dolci siciliani e gradita sorpresa, ci sono i fruttini di gelato, anche detti gelatini di Lancusi.f Praticamente dei frutti ripieni di gelato, deliziosi. Quello alla castagna è superbo, ma è complicato fare una classifica. Avere questi prodotti è sinonimo di  attenzione al cliente e voglia di stupirlo. Ottima anche la cheese cake ai frutti rossi.
Per chiudere un Oban Single Malt.
E' stata una serata molto bella, cibo ottimo accompagnato dalla  compagnia ottima  e da camerieri presenti ma discreti.
Da ritornare assolutamente, perché dobbiamo assaggiare ancora i secondi piatti.
Complimenti allo chef.


mercoledì 14 settembre 2016

Relais dei Mercanti- B&B and Suites - Piazza Sant'Omobono 16 - 56126 Pisa

Rimaniamo sempre in Toscana per questo nostro giro della Penisola. Dopo andremo in Lombardia, ma per stavolta abbiamo deciso di visitare la città di Pisa, nota non solo per la Torre.
Come al solito mi metto alla ricerca di un giaciglio idoneo a noi tre. La scelta con rapporto qualità/prezzo non è molto ampia. Siamo proprio a ridosso della partenza quando mi metto alla ricerca. La mia attenzione viene catturata da un B&B con ottime recensioni ed un prezzo ottimo, tenendo conto che si trovava al centro della città di Pisa. Insomma poco meno di 40 euro a notte a persona, compresa la prima colazione. non ci penso due volte e prenoto tramite booking.
Scarico la App sul cellulare e così noto, il giorno prima, di avere un messaggio dalla struttura.
Il B&B si trova in piena zona ZTL, così mi avvertono e mi chiedono se sono interessato ad un pass di 24 ore per poter potermi muovere all'interno della fascia con la macchina e poter parcheggiare nei posti delimitati da vernice bianca.  Li contatto telefonicamente e così mi spiegano il tutto per bene. Mi sembra che con 7 euro ho risolto la pratica. Scarico i bagagli e nelle immediate vicinanze riesco a trovare posto per la mia Honda, che riprenderò il giorno successivo, direzione Como. L'entrata è un pò ripida, nel senso che c'è una bella scala per accedere al Relais dei Mercanti.
Ci attende una ragazza, alla quale diamo i documenti per la registrazione e ci mostra subito la nostra stanza.
Rimaniamo basiti dalla bellezza della camera. Affaccia direttamente sulla piazza sant'Omobono e il terrazzino è fiorito.
La cura e il dettaglio sono interessi primari per coloro che gestiscono questa struttura, come la pulizia.
Bagno ampio e con tutti i comfort del caso. Il letto matrimoniale è molto comodo, con tv color posto proprio di fronte a esso.
Anche Jacopo dorme bene in un letto con disegno un pò particolare. La vicinanza al cuore della città, è cosa importante, infatti a piedi si raggiungono la Piazza dei Miracoli e la via centrale dedita allo shopping.
La colazione è varia ed abbondante, con personale sempre presente. Si va dal dolce al salato al cibo vegano.
Insomma dire che siamo rimasti più che soddisfatti è veramente poco.
In questo nostro viaggio è stato sicuramente il miglior alloggio che abbiamo provato e se un giorno capitasse di ripassare da queste parti, sarebbe ancora la nostra scelta.




martedì 23 agosto 2016

Ristoro La Locanda del Gallo - Via Castellinese 9 - 56034 Chianni (PI)- Italia


E' il nostro secondo giorno di vacanza. Per questo anno abbiamo scelto la nostra Italia come meta. E la Toscana  fa parte dell'itinerario. Nello specifico siamo a Chianni, provincia di Pisa. Dopo una giornata passata tra Volterra al mattino  e Terme di Casciana al pomeriggio, decidiamo di regalarci la sera una bella cena, scegliendo il locale nuemro uno a Chianni su Tripadvisor.
Prenoto nel pomeriggio, così la sera, facendo una bella passeggiata arriviamo al locale, che ha una veduta stupenda a dir poco.
Si trova sulla cima del paese ed è possibile avere davanti agli occhi un panorama mozzafiato.
Arriviamo al locale e ci fanno accomodare al nostro tavolo.
Arriva subito la ragazza a portarci dell'acqua  e consegnarci il menù. Su un piatto già ero andato preparato, cioè il peposo. Preparato nel senso che avevo letto talmente tante recensioni postive, che avevo deciso di prenderlo. Però non sapevo di cosa si trattasse. Per cui la mia prima domanda è stata proprio su cosa fosse. E' l'ossobuco lasciato a macerare nel vino rosso con altri ingredienti, insomma lasciato insaporire. Ma iniziamo dall'antipasto toscano, molto generoso. Ne abbiamo preso uno in tre, giusto per fermare un pò l'appetito.
Per primo abbiamo optato ognuno per un piatto diverso.
Carla ha preso, come immaginavo dopo aver letto il menù, il caciucco con i ceci. A me non piacciono i  ceci, per cui sono andato su queste stupende tagliatelle al ragù bianco. Quantità giusta e sapore eccellente. E giusto e buono è anche il vino della casa. Anche di questo ne avevo letto belle cose e sono state confermate.
Jacopo è andato sul tortello al ragù classico.
Dopo questi primi e l'eccellente sapore degli affettati dell'antipasto, ci sentiamo veramente meglio.
Però il peposo mi stuzzica parecchio, sono proprio curioso di assaggiarlo.
Ed ecco arrivare le nostre due porzioni, accompagnate da un bel purè di patate. Infatti si accompagna alla grande.
L'ossobuco mi piace molto e questo modo di cucinarlo ancora di più.
E' un sapore forte, che con il purè si sposa molto bene. E' il contrasto tra i due gusti che li fa arrivare al giusto connubio.
Jacopo si prende un'ottima grigliata. Porzione giusta anche questa.
Ecco, le porzioni mi sono tutte sembrate nella giusta misura.
Come il numero delle portate presenti nel menù. Non molte, ma numericamente perfette per scegliere al meglio. Insomma poche, ma buone, anzi di più.
Ed ecco arrivare i dolci. Il tiramisù è molto delicato e apprezzato da Jacopo, che me ne ha fatto assaggiare un pochino.
Io ho preso un Cynar, mentre l'altro dolce non lo ricordo.
E' stata una cena da dieci e lode. La migliore di tutta la nostra vacanza, infatti di tutti i ristoranti provati nella nostra vacanza, avevo deciso di recensire solo il migliore.
Ecco, la Locanda del Gallo, ha vinto questo speciale premio.
E l'aria fresca della Toscana e la vacanza hanno reso tutto più bello e digeribile.

lunedì 1 agosto 2016

Ristorante "Costa Viola" - Piazza Giuseppe Raggio 3a/b - 00155 - Roma


 Ogni tanto il piacere del rischio culinario ci accompagna. L'occasione la trovo con Cristiano, il quale è della mia stessa filosofia "chi non risica non rosica" e comunque andare a naso molto spesso paga.
E allora l'occasione giusta è il un ristorante che si trova vicino al nostro ufficio e che, non avendo alcuna recensione, ci intriga non poco.
Detto, fatto, prenoto per due.  Ore 13.30 siamo li. non c'è nessuno, ma questo non significa nulla.
L'arredamento è molto caratteristico, richiama in ogni angolo il mare e la Calabria, in primis.
Ci accomodiamo, dopo che Cristiano ha cambiato tre volte posto perchè stava discutendo con il climatizzatore.  Ma a  parte questo piccolo disguido, ecco che ci viene offerto un prosecco e arriva anche il menù. Interessante, ma sembra che manchi qualche piatto. Intanto promosso anche il pane, che è sintomatico della qualità e della freschezza dei prodotti presenti.
 Torniamo a noi. Nel frattempo arriva il titolare, nonchè cuoco. Molto simpatico e gentile. Ci elenca  e spiega i  piatti che ci sono nel menù. Ma ne manca uno, quello che cucinato bene fa la differenza. Gli spaghetti con le vongole. Certo che ci sono. E allora due piatti.
Tra una chiacchiera e l'altra, ecco arrivare gli spaghetti. La presentazione, il profumo e la quantità, tutti aspetti positivi. Nota del cuoco e non secondaria, non usa prezzemolo e peperoncino. Chi vuole il secondo ingrediente lo aggiunge a sua scelta.
Devo dire che questo spaghetto con le vongole  rientra nella mia  top five personale. Semplicemente sontuoso e da scarpetta.
A questo punto siamo sazi, almeno cosi crediamo. Con gli spaghetti ho degustato un bel calice di falanghina e la bottiglia  è stata aperta proprio al tavolo. Nota da sottolineare.
Comunque ok ora siamo pieni e passiamo al caffè. E no. Perchè nel frattempo entra un signore e chiede delle bruschette con le vongole. Le vogliamo anche a noi.
 Detto e fatto, anche se per prepararle aspettiamo altri 10 minuti, in quanto le deve aprire e far insaporire per bene. Mentre aspettiamo, il titolare, ci porta una pirofila con sopra tutto il pesce fresco disponibile nella giornata.
Da rimanere a bocca aperta. Alcuni ancora si muovevano.
Ecco arrivare il piatto con le due bruschette, una degna chiusura per un pranzo veloce ma, difficilmente, da dimenticare.
Con Cristiano ci siamo guardati e abbiamo deciso che saremo molto spesso presenti in questo locale.
Per chiudere un bel caffè e un Amaro del Capo, tipico della Calabria.
Un pranzo con sapori eccellenti e una compagnia altrettanto eccellente.
Il bello delle piccole cose.

giovedì 21 luglio 2016

Ristorante "Tratto" - Via Oslavia 41 - 00195 - Roma

E' una serata fresca e ventilata a Roma, addirittura da felpa sullo scooter.
Che faccciamo, vogliamo assaggiare questo locale, che non è distante molto da casa? Ma si, andiamo.
Arriviamo poco dopo le 20 e ancora non c'è nessun commensale.
Scegliamo dove sederci e immediatamente il giovane cameriere, unico di tutto il locale, ci chiede  che tipo di acqua gradivamo. Una liscia e una frizzante, come al solito. Ci pensa lui a versarla e fare il giusto mix.
Arriva il menù e l'occhio cade immediatamente sull'antipasto, baccalà in crosta di zucchine. Cavolo non ce lo facciamo scappare. Prima scelgo il vino, un Traminer Tzuko. Profumato e saporito al punto giusto. Gli altri due antipasti sono polpettine di melanzane, buone buone, e il crostino tratto, preparato con pane nero, cicoria, colatura di alici e burrata.
Per tornare al nostro baccalà, devo dire che la frittura è molto delicata e le zucchine contrastano molto bene con  il pesce. Piatto promosso a pieni voti.
I primi piatti che scegliamo, sono entrambi fuori menù, ma attirano subito la nostra attenzione.
Spaghetti alla crema di melanzane con formaggio ragusano. Un piatto molto ben cucinato e con spaghetti cotti al dente, proprio come piacciono a me.
E il connubio melanzana e formaggio, rende il piatto equilibrato e armonico.
E con il vino bianco scelto, il tutto viene messo in evidenza.
L'altro primo è con base di zucchine, pachino, gamberi e tagliolini.
Mente arriva anche un secondo molto simpatico e sfizioso, cioè il tris di hamburger, formato da un hamburger, un cheeseburger e un hamburger  con bacon e  asparagi. Diciamo che all'incirca dovrebbe essere questa la composizione. La pesentazione è molto simpatica.
Arriviamo al dolce e la chiusura è davvero notevole.
Dividiamo equamente la nostra scelta tra il crumble di mele con cannela, gelato alla vaniglia e croccante alle mandorle, e la crostatina di crema al limone e fragole. La seconda veramente da applausi a scena aperta.
Il locale è arredato con semplicità e bottiglie di vino in evidenza.
E' sicuramente luogo da visitare di nuovo. Complimenti.


lunedì 18 luglio 2016

Pizzeria 96 Ore - Via della Giuliana 31 - 00195 - Roma


E' una calda , anzi afosa serata di luglio a Roma. Beh prendiamo lo scooter e andiamo a farci un giretto nella città più bella del mondo.
Si, ma prima una pizza. Ma deve essere una pizza seria, ben cotta e digeribile alla grande. Mi metto alla ricerca delle richieste dei miei amici.
Il luogo non è molto distante da casa e quello che leggo, relativamente a chi già è stato qui, mi fa ben sperare. E poi ho raccolto la segnalazione inerente la digeribilità. Qui la pizza lievita ben 96 ore.
Arriviamo in perfetto orario, cioè le 20,00. Il nostro tavolo è pronto all'interno o all'esterno, lo dobbiamo decidere noi.Ma vista la temperatura optiamo per l'interno. Il locale non è molto grande.
Ci accomodiamo e subito ci viene dato il menù e apparacchiata la tavola. La ragazza è molto gentile e alla mano.
Chiediamo qualche consiglio, sia sul cibo che sulle bevande. Il cuoppo attira subito la nostra attenzione. Il maxi cuoppo è un piatto da dividere in tre, composto da frittini, tra cui delle pizzotelle, polpettine di melanzane,  arancini misti, ecc. Insomma un'ottima scelta, che da sola basterebbe a saziarti. Ma non sapendolo abbiamo preso delle pizze molto importanti nella farcitura, ma ottime a dir poco.
E delle birre artigianali alla spina ne vogliamo parlare? Ho preso una rossa assolutamente stupenda.
Insomma arrivano i due maxi  cuoppi, eravamo in sei, deliziosi e stuzzicanti a dir poco. Gli arancini e le pizzottelle un palmo di sapore sopra a tutto il resto.
Siamo veramente sazi, ma chi ce lo ha fatto fare di prendere una pizza a testa, dopo tutto questo ben di Dio? 
Questo è stato il pensiero di tutti noi, ma quando poi inizi a mangiare la pizza, ti accorgi che le 96 ore ci stanno veramente tutte.
E per non sbagliare io ho scelto il must della casa, cioè la pizza 96 ore. Gli ingredienti sono mozzarella di bufala, pachino, fiori di zucca, provola e alici. Posso dire che digerirla è stato veramente semplice, nonostante i numerosi ingredienti.  Ho visto anche esposta la farina che usano, cioè Petra. Sinonimo di bontà e ricerca del top nel campo.
Insomma una cena veramente buona, condivisa con gli amici di sempre. E con un prezzo veramente ragionevole. Complimenti a tutti voi che ci lavorate.

venerdì 13 maggio 2016

Verso il Grand Canyon, l'ultimo nostro appuntamento

E inizia l'ultima traversata chilometrica per avvicinarsi e raggiungere il Grand Canyon. Il nostro naso è rivolto sempre verso il cielo, i nuvoloni cerchiamo di allontanarli con lo sguardo.  Dopo l'esperienza alla Riserva Indiana, quello che chiediamo è solo un tempo meteo senza la pioggia. La destinazione finale è Tuyasan, dove alloggeremo al Red Feather Lodge.
La nostra prima sosta, è Little Colorado, luogo di osservazione. Panoramico, ma nulla a che fare con quello che si vedrà all'interno del Grand Canyon.
Però essendo la nostra prima tappa, ne rimaniamo estasiati. C'è vento e questo muove il cielo sopra di noi.
Iniziamo a fare foto e i nostri sguardi si rivolgono verso quell'infinito che sembra non avere un termine. Cerco di non pensare che la vacanza stia per finire, ma certo la mente ci va un pò li.
Poi è la volta dei cartelli che iniziano a metterti in guardia da ciò che potresti incontrare e di avere un atteggiamento rispettoso sia della flora che della fauna.
Risaliamo sulla nostra macchina e continuiamo il viaggio di avvicinamento. Passa un pò di tempo e arriviamo all'ingresso del parco. La  carta dei parchi è stata la nostra salvezza, ci ha evitato di spendere una fortuna per tutti quelli che abbiamo visitato.
Il fiume Colorado è la presenza discreta e fondamentale di questo Parco, divenuto monumento  nazionale nel 1908 e parco nel 1919. E, cosa di non piccola importanza, è stato inserito dall'Unesco come Patrimonio dell'Umanità.
E' l'ordine, la pulizia e il rispetto del Parco e dei suoi abitanti, cioè gli animali, quello che salta agli occhi.
Il panorama è da sogno, ti toglie il fiato. E' talmente grande che non so quanto tempo ci vorrebbe per visitarlo in ogni suo dettaglio. E non è neanche il più grande degli States.
Rimarresti a fare foto e osservare il silenzio per ore.
Si, osservare, perchè il vento, i nuvoloni che si rincorrono, le prime gocce di pioggia, emettono solo un leggero suono.
Un suono che ti culla e fa si che un sogno è diventato realtà.
Fino a qualche anno orsono, mai avrei pensato di trovarmi qui.
Ora ci sono e il silenzio fa si che i miei occhi vedano uno spettacolo unico.
 Ma forse sono tanti gli spettacoli unici che ho avuto la fortuna di vedere durante questo viaggio.
Però ora siamo qui e riusciamo a vedere molto già prima dell'ora di pranzo e di poter lasciare i bagagli in albergo. Inizia a piovere, lo sapevamo. Cambia anche la temperatura.
Mangiamo qualcosa al volo e con la macchina arriviamo ad un punto di parcheggio, prendiamo un bus che ci permette di visitare l'altra parte del parco. Una fila composta  e tenuta in ordine da una signora anziana, permette ai visitatori di salire e prendere posto.
La conducente del bus, permette ad ogni fermata di salire solo a tot persone corrispondenti a coloro che scendono. E la sua autorità mi lascia a bocca aperta, pensando a questa cosa trasportata in Italia, dove solo fare una fila è sinonimo di "come posso evitarla?".


La bellezza  del Grand Canyon è anche questa, trovare lungo la strada animali che mangiano e comunque non hanno problemi con gli esseri umani.
Ho visto tantissime macchine fermarsi e fare foto. E lui, questo signore accanto non ci ha neanche degnato di uno sguardo. Era troppo indaffarato a mangiare per potersi curare di coloro che scattavano foto e giravano filmini.
Ma dopotutto è proprio questo il bello. La normalità della natura.
Si, la natura. Che qui è maestosa e quando ti affacci, magari dal Desert View Point, ti accorgi di quanto sia immensa e tu solamente un puntino.
Detto ciò, il tempo non si è mostrato inclemente a livelli stratosferici. Un po' di pioggia c'è stata, ma non da rovinare le nostre escursioni.
E alla fine ci ha regalato anche uno stupendo arcobaleno
E' la fase finale della nostra avventura, un viaggio unico, indimenticabile, con qualche disavventura, paura, incazzatura, ma nulla può togliere quello che ci ha lasciato.
Ognuno di noi sei, ha un ricordo indelebile dentro di se.
Il mio è relativo a due situazioni particolari.
La prima a New York, la splendida veduta, dopo aver passato il ponte di Brooklin , verso la City, con gli scoiattoli che camminavano vicino a me.
La seconda il Golden Gate in bicicletta a San Francisco. Forse più il secondo del primo, ma è veramente complicato.
Però sono sicuro di sapere quale è il più bel ricordo di Mirco, perchè ha coronato un suo sogno da bambino. Cioè entrare al Bellagio a Las Vegas,  con il cartone della pizza. Un entrata trionfale.
E conosco anche la cosa che gli manca anche ora.
Lo so, ti siamo vicini, vedrai quando torneremo per La Route 66 lo porteremo sempre con noi.

Il nostro inseparabile compagno di viaggio per le strade degli States.
"Il mondo è un libro e chi non viaggia ne conosce solo una pagina."

mercoledì 4 maggio 2016

Ristorante "San Biagio" - Via San Biagio 12 - 75100 Matera


E' la nostra giornata annuale di svago, detta anche la "zingarata". E si, perchè prendiamo un aereo e, in una sola giornata, andiamo e torniamo a casa. L'anno scorso ci accolse Barcellona, stavolta siamo ritornati in Italia. Precisamente a Matera. Aereo fino a Bari e poi auto a noleggio fino alla città dei sassi.
Piccola premessa, circa 10 giorni prima ero andato in avanscoperta e avevo individuato un ristorante niente male.
Logicamente il ristorante è questo. Arriviamo puntuali alle 13,30 e il titolare mi riconosce, in quanto la volta scorsa ero venuto con  Marko Tana. Quando c'è lui è difficile che passi inosservata la serata.
Appena arrivati ci sediamo e ci portano pinzimonio, pane e  piattini di peperoni cruschi. Sembrava di mangiare le patatine fritte. Uno tira l'altro. E siamo solo all'inizio.
Ma è un gran bell'inizio. Per il vino ci pensa Fabrizio, il quale acconsente al fatto che si possa versare questo vino della zona, un bel rosso del Salento.
A questo punto, inizia la scelta relativa all'antipasto. Per avere l'opportunità di assaggiare un pò tutti i piatti proposti, optiamo per la selezione di antipasti misti, che va bene per due persone. Ma dato che noi abbiamo gente che mangia poco, ne prendiamo tre, anche se siamo in otto. Da notare che sei allergico alla cipolla, qui non ci sono problemi.
Torniamo alla nostra selezione, la quale inizia con il piatto tradizionale, cioè purè di fave con cicoria e crostoni di pane.
Sublime è fare un torto allo chef. Chef che successivamente Bixio ed io abbiamo conosciuto meglio, mentre ci fumavamo un bel sigaro sorseggiando grappa e whisky. La selezione prosegue con tagliere di affettati e pera cotta nell'aglianico. La pera ha veramente un gusto particolare, azzeccata la scelta di servirla con gli affettati.
Poi arrivata una burrata con verdurine croccanti, ma soprattutto la millefoglie con ricotta. Scegliere il migliore piatto della selezione è veramente arduo. E infatti tutti primi a pari merito.
Tra l'antipasto  e l'arrivo dei primi, cerchiamo di prendere un pò di tempo, soprattutto per cercare di assaporare quello che arriva in seguito.
In sei scegliamo questo piatto fenomenale, cioè spaghetti alla chitarra al pesto di mandorle, con guanciale croccante e pecorino. Da autentica standing ovation. Anche la volta precedente avevo scelto questo piatto, talmente di alto livello che non ho potuto fare a meno di riprenderlo.

Ma non di meno è l'altro primo piatto scelto, cioè i cavatelli con baccalà, peperoni cruschi e foglie di basilico. Fortunatamente il mio grande amico Camillone, me ne ha fatto assaggiare una forchettata, ma non di più. Ma tanto è bastato per sentire un gusto sopraffino.
Devo dire che la disponibilità di chi ci lavora è totale.
Infatti qualcuno ancora non è sazio e avendo visto varie macellerie al centro della città, chiede di poter assaggiare un pò di carne. La cipolla c'è in tutti i piatti, per cui si prende un piccolo assaggio di manzo, saltato in padella. Buono, ma primi, antipasto e , successivamente dolci, sono superiori.
La giornata è piacevole e la veduta che c'è dal locale è veramente emozionante. E' direttamente tra i sassi e lo spettacolo ci guadagna.
I dolci sono alla stessa altezza di tutto il pranzo, cioè altezza da brividi.
Solo in due optiamo per i distillati, ma c'è anche chi opta per tutti e due.
Il tortino al cioccolato dal cuore morbido con panna,   insieme alla millefoglie con creme chantilly, chiudono alla grande un pranzo che rappresenta per noi, cultori del cibo e del buon bere, un punto di riferimento per eventuali altre nostre passeggiate da queste parti.

E senza dimenticare un conto che nel rapporto qualità/prezzo, ha avuto nei nostri portafogli un contatto molto positivo.
Insomma spendere 35 Euro, bevande comprese, cioè acqua e due bottiglie di vino, più sei distillati, vuol dire che la passione per la buona cucina, senza voler a tutti i costi spennare i clienti, esiste ancora.

Un complimento a tutti coloro che vi lavorano e  allo chef, che per ben 11 anni, ha lavorato a Roma.
Torneremo sicuramente da quelle parti, precisamente al Ristorante san Biagio.

martedì 26 aprile 2016

Casastella B&B - Via Casalnuovo 257 - 75100 - Matera

Quando ho iniziato a pensare a Matera come destinazione per uno stupendo fine settimana,  mi sono preoccupato come prima cosa di acquistare i biglietti aerei da Roma a Bari e poi da li ho prenotato la macchina. Solo dopo aver risolto queste prenotazioni, ho pensato all'alloggio. Non sapevo bene cosa scegliere, cosi con i soliti strumenti di ricerca, ho cercato qualcosa che unisse il miglior rapporto qualità/prezzo. E alla fine ci sono riuscito alla grande, perché poi, solo successivamente, mi sono reso conto di aver scelto, secondo tripadvisor, il miglior bed and breakfast di tutta Matera. E più passavano i giorni e più leggevo recensioni positive. Per cui sono andato a colpo sicuro per quanto riguarda l'alloggio in generale. Grazie al tomtom, riusciamo a parcheggiare proprio davanti alla struttura. La distanza da Bari è di circa 80 chilometri, con un'ora arriviamo. E arriviamo anche in anticipo rispetto all'orario di arrivo per poter vedere la suite. E allora ci intrattiene piacevolmente la titolare, Manuela. Ospitale, gentile e veramente a disposizione del cliente. Ci da qualche dritta su come visitare la città. La mattina dopo ci racconta proprio la storia della città e di tutto quello che ha provato la popolazione durante gli anni in cui la povertà la faceva da padrone.
Ma torniamo a noi e alla nostra camera, che nel frattempo era pronta e da far vedere anche ai nostri amici. Rispecchia totalmente la storia  dei sassi di Matera e su  come venivano costruite le abitazioni.La camera da letto è semplice ma pulita e fresca. Materasso comodissimo, tanto che abbiamo chiesto la marca per come abbiamo dormito bene. Due piccole lampade rendono l'atmosfera molto simile ad una antica abitazione fornita di sola luce soffusa proveniente dall'esterno o da lampade ad olio.
Sicuramente il punto forte della suite, oltre al fatto che al piano inferiore ci sono altri due letti singoli, per cui una situazione adatta ad una famiglia con bambini o ad una coppia di amici molto ma molto legata, è il bagno.
Il bagno è stato ricavato all'interno della cisterna dove, fino ad alcuni anni fa, venivano raccolte le acque piovane.
La luce che si vede in fondo, proviene proprio dal foro da dove scendeva l'acqua che riempiva la cisterna. Sembra quasi di essere in una favola.
Ma è proprio l'atmosfera, grazie all'abilità di Manuela, che fa si che un semplice soggiorno diventi un fine settimana di coccole e piacere.
Coccole perché Manuela ti fa sembrare di essere a casa tua,  da quando arrivi, a quando ti siedi per fare colazione. E che colazione. E sei coccolato finché non metti i bagagli in macchina. Sei come un amico di vecchia data. E della colazione e della sorpresa con la torta di compleanno che cosa vogliamo dire? Un'altra sorpresa che si è aggiunta alla splendida colazione, che comprendeva i cornetti con la ricotta, le fragole, la pizza locale. insomma una tavola imbandita come se fosse un pranzo.
E che dire della posizione che ti permette di lasciare la macchina parcheggiata e visitare con tutta tranquillità la splendida città di Matera. E si, proprio splendida, con una storia importante e che serve a conoscere una realtà che soltanto nel secondo dopoguerra ha avuto modo di essere conosciuta ai più.
Casastella è la classica ciliegina sulla torta di una vacanza breve ma entusiasmante, sia per la compagnia, che per quello che abbiamo visitato. Il b&b numero uno a Matera.                  
                                                                                                                                   

lunedì 4 aprile 2016

Ristorante " Le quattro monete" - Via dei Gelsi 24 B/C - 00172 Roma

E' un venerdì sera, una di quelle serate difficili da dimenticare. Primo motivo è che riusciamo finalmente a uscire da soli con i Cutillo, roba da cuori forti. Il secondo lo scoprirò durante la serata, cioè durante la degustazione di pietanze di qualità superiore. Marco mi ha subito parlato di questo locale e della sua esperienza positiva. E allora dobbiamo per forza venire alle Quattro Monete. Non ci sono fronzoli, l'arredamento è essenziale e ben curato. Il nostro tavolo ci aspetta e subito ci viene offerto un prosecchino. Va giù che è una meraviglia. Iniziamo molto bene. Arriva anche il menù, ma alla fine decidiamo di fidarci dei consigli della ragazza che ci serve. Insomma a noi quattro, ci pensano loro. E visto il risultato finale, siamo stati proprio bravi. Ecco la carta dei vini, ma li fermiamo subito, perchè abbiamo le idee molto chiare. Vedo su una parete un vino con carta argentata, può essere solo lui. Marco già mi aveva detto della sua presenza nella lista di vini. Lui chi? Ma lo Stellato, della Cantina Pala. Uno dei più buoni vini bianchi della Sardegna in assoluto. E noi abbiamo avuto la fortuna di visitare direttamente la cantina Pala che si trova a Serdiana. Arriva il pane caldo e l'appetito vien mangiando. Arriva un bel piatto di crudo con gamberi e mazzancolle. Sono talmente buoni e freschi che non aggiungo nulla, niente limone, olio e via dicendo. Ecco arrivare i vari carpacci di tonno, pesce spada, spigola e salmone.Conditi alla  grande, ma che non tolgono nulla al sapore del mare,  il profumo è intatto.
Che bello, una serata rilassante e al top con il cibo. Ma intanto arrivano una serie di antipastini. Quello con polenta e baccalà è stupendo. Delicato talmente tanto che viene mangiato anche da chi il baccalà non lo gradisce proprio. E poi che dire dell'hamburger con dentro il pesce? Una cosa all'occhio veramente simpatica, oltre che buona.Poi l'involtino e la piccolina bruschettina, fanno da cornice a tutto quello di buono che c'è.
Prendiamo un pò di respiro, il tempo passa e non ce ne accorgiamo. Ed ecco arrivare un soutè di cozze che merita la scarpetta con il liquido che c'è in fondo. E infatti noi la facciamo prontamente.
Il vino piano piano viene sorseggiato e comunque lo si fa con  molta calma, perchè si degusta con rispetto. La presenza di coloro che ci lavorano è discreta, ma comunque non lasciamo mai nulla al caso e il cliente è sempre al centro dei loro pensieri.
 Tra una chiacchiera e l'altra, passa il tempo. Mi guardo intorno e l'arredamento molto semplice di questo locale mi piace proprio.
Ma quello che mi piace di più, è il piatto di spaghetti ai frutti di mare con pomodorino. Quantità azzeccatissima per fare in modo di poter poi  continuare ad assaggiare qualche specialità del locale.
Che dire? Veramente buoni questi spaghetti. Ottimi anche nella cottura.
In cosa consisterà l'assaggio di secondo che ci hanno riservato?
Precisamente si tratta di una pancetta di salmone su letto di insalatina eden. Cavolo, non avevo mai assaggiato una cosa del genere, premettendo che poi non sono un grande estimatore del salmone.
Da leccarsi i baffi.  Presentato in maniera eccelsa, come tutti i piatti fino ad ora, trasmette un senso di piacevole gusto al palato, solo al guardarlo. E infatti le papille gustative confermano tutto quello di buono che gli occhi avevano pensato.
E poi aggiungeteci un bicchiere di Stellato e la serata si chiude nella maniera migliore.
Oddio, a dir la verità, la serata non e' ancora conclusa. Mancano i dolci.
E anche qui siamo su altissimi livelli. Non sto qui a elencarli o elogiarli, fidatevi, lasciate sempre un piccolo spazio di golosità alla fine del pasto.
Devo dire che la cosa che più mi ha colpito, oltre ai prodotti freschissimi, è la passione che viene messa nel preparare i piatti.
Ho visto la cucina a pieno regime e la voglia di stupire sempre i commensali.
Complimenti a tutti. E grazie a Marco e Luisa di averci fatto conoscere un cosi bel locale, dove è sempre gradita la prenotazione.







lunedì 21 marzo 2016

Ristorante Banco 36 - Via Urbano II° n°36 - 00167 Roma

Serata romana con leggera pioggerellina. inizio a leggere qualche recensione su dove andare a mangiare. Assolutamente pesce e di livello. La scelta non è facile, nel senso che ormai di locali è pieno e anche dove si mangia discretamente. Ma io cerco qualcosa che mi possa stupire, un posto che meriti le cinque stelle. E su questo blog vengono recensiti solo questi locali. Lo trovo proprio vicino casa. Leggo solo recensioni postive e non ci penso molto a prenotare.
Il locale è veramente bello, sembra un bistrot. Venti posti a sedere al massimo e fuori una veranda riscaldata. Mi piace proprio questo posto.
Veniamo fatti accomodare e ci viene portatta una bottiglia di acqua. Poco tempo e arrivano i menù. La nostra attenzione è rivolta verso i piatti del giorno che non sono elencati. Cosi ce li facciamo dire direttamente da chi prende l'ordinazione. Subito uno di questi attira la nostra attenzione, cioè la zuppa di pesce in crema di patate. Poi tra gli altri piatti del giono, gnocchi con salmone e zucchine e spaghetti con le telline. La zuppa non poteva mancare sulla nostra tavola, ma ci viene offerta la possibilità di provare tutti i loro antipasti, insomma un assaggio di tutto, zuppa compresa.  Si passa dalla zuppa all'insalata di mare, per deviare sugli spiedini e arrivare ai moscardini al sugo e al salmone su letto di rucola. Un bel vermentino sardo accompagna l'antipasto
Qualche minuto passato a chiacchierare ed ecco arrivare i primi piatti. Arrivano gli gnocchi con salmone e zucchine. Si presentano bene  e il sapore lo conferma in pieno. Ma quando sono arrivate le telline con gli spaghetti, sono rimasto basito. Un piatto  enorme e pieno zeppo di telline. E la quantità è stata ripagata dalla qualità. E li, ho passato momenti veramente piacevoli a sgusciare i frutti.
Tra una chiacchiera e l'altra ne è passato di tempo. Cosi alla fine ci decidiamo anche a scegliere il dolce, una porzione per due. Uan torta di ricotta su pasta brisè con fragole e sciroppo di fragole. Ecco lo sciroppo non l'avrei messo, ma è solo un piccolo dettaglio, su una gustosissima cena preparata alla luce del sole, insomma con cucina a vista.
E' luogo da ritornnare, perchè trovare un locale di cosi alta qualità non sempre è facile. Anzi!

lunedì 7 marzo 2016

Verso la Monument Valley

Inizia il nostro viaggio verso la Monument. Forse la più affascinante destinazione del nostro viaggio. La più affascinante perchè sin da piccoli le riserve indiane son sempre state nei nostri occhi per mezzo dei film western, in cui si faceva fatica a capire chi erano i buoni e chi i cattivi. Cerchiamo durante il nostro andare incontro alla Monument, di verificare che il bel tempo non ci abbandoni. Che quel bel sole che ci ha accompagnato a Page, rimanaga ancora con noi. Forse veramente ci vorrebbe una danza della non pioggia, perchè il tempo volge al brutto e neanche lontanamente possiamo immaginare quello che avremmo vissuto nel pomeriggio. Tanto per iniziare arriviamo al nostro albergo, il peggiore in assoluto di tutto il viaggio. Si tratta del Kayenta Monument Valley Inn. Dire che siamo al limite della decenza è d'obbligo. Letti da una piazza e un quarto, venduti per due. Pulizia al limite dell'offesa. Colazione da Tiffany, per i prezzi, non per la qualità. E poi una bella dose di carattere "spigoloso", da parte del personale. Insomma, se potete andate altrove, anche se la scelta non  è ampia. Cosa positiva il ristorante vicino dove abbiamo mangiato.
C'era questa piccola decorazione che mi ha molto colpito e ho dovuto fotografarla.  La prima cosa che ti colpisce e' che da fuori non gli daresti un centesimo di dollaro. Invece appena entri una ragazza con un sorriso solare ti fa accomodare. Porta subito da bere e prende l'ordinazione. I piatti sono molto generosi. Io ho preso una pizza fritta con prosciutto, insalata e pomodoro, guarnito con riso.  Le porzioni sono molto abbondanti e il prezzo è irrisorio rispetto a ciò che mangi, sia per qualità che per quantità. Sto parlando di Amigo Cafè. E qui si inizia ad  assaporare il vero gusto del cibo messicano.
Facendo un passo indietro, questa è l'unica escursione che non abbiamo prenotato, anche perchè la Monument, essendo di proprietà Navajo, non rientra nella carta dei parchi. Per questo motivo, appena arrivati in albergo, abbiamo preso contatti per organizzare la visita. Sapevamo che sarebbe stata cara e infatti abbiamo pagato 450 dollari per la guida e la visita con mezzo fuoristrada. Per l'ingresso abbiamo pagato altri 32 dollari se non erro. Insomma una bella cifra. Potevamo anche andare da soli, ma loro ti portano in luoghi dove difficilmente arrivi  con la tua auto. E poi con la bufera che ci ha colpito è stato molto meglio così.
Arriviamo e il tempo è ancora nostro amico. La nostra guida ci racconta un pò della sua vita, della vita delle gente indiana e delle poche famiglie che ancora riescono a vivere qui, senza energia elettrica e acqua. Vediamo passare i camioncini semicoperti pieni di gente. Tra un pò,  pr coloro che hanno scelto questo mezzo di trasporto, saranno guai. In lontananza si vedono alzare dei nuvoloni di sabbia.

La formazione rocciosa più conosciuta e importante della Monument, è sicuramente quella proposta nella foto accanto, cioè "le tre sorelle".  Da notare che la distanza tra l'entrata della Monument e Kayenta è di circa 45 miglia.
E'da rimanere a bocca aperta nel vedere i colori che formano le rocce e, soprattutto, quello che il vento è riuscito a plasmare nel corso degli anni.
Dopo le prime avvisaglie cambia totalmente il tempo, arriva giù tanta di quella pioggia da farci preoccupare. La nostra guida invece è talmente tranquilla che ad un certo punto si ferma e decide di suonarci una antica musica navajo. Interessante ma fuori veniva giù di tutto. Fulmini, tuoni e lampi, ma lui era tranquillissimo, anche quando la jeep non ne voleva sapere di mettersi in modo e lui pompava sul pedale dell'acceleratore.
Entriamo nella parte meno visitata da coloro che non fruiscono di guida e decidono di andare con i loro mezzi. La pista è nettamente meno battuta. Vediamo molto meno macchine e sembra di vivere una storia surreale. Siamo nel ventunesimo secolo, ma qualcosa sembra non tornare. Vedere ancora qualche famiglia che vive senza alcuna agiatezza tecnologica ti fa pensare.
Anche la luce del sole  ormai offuscata dall'orario, dal forte vento che alza la sabbia e dalle prime luci della sera, sembra invitarci ad andare via. A tornare a Kayenta.
Ma non senza aver fatto la mia ultima foto a quella splendida veduta.

 Questa è la veduta con la pioggia torrenziale



 Ora va meglio e salutiamo la Valley.
 La salutiamo con il dovuto rispetto che merita e con il rispetto per coloro che ancora vivono li.



Non poteva essere chiamato "viaggio", senza aver visitato questo straordinario luogo.




martedì 23 febbraio 2016

Lake Powell a Page

Dopo la stupenda veduta di Horseshoe Bend, riprendiamo il nostro viaggio in zona Page, non senza esserci fermati a un grande centro commerciale e aver comprato svariate razioni di acqua potabile. Il caldo era stato veramente estenuante e idratarsi era cosa necessaria.
Prossima destinazione Lake Powell, immenso lago artificiale che si dipana tra Arizona e Utah. Ha un colore stupendo, che con la magia dello scenario intorno, rende il tutto bellissimo. avendo il pass per i parchi, riusciamo ad entrare anche qui, senza dover pagare nulla. la strada è bella e panoramica. Vediamo molte imbarcazioni, alcune anche particolari. Solo più tardi scopriremo che fanno parte di una piccola flottiglia che fa il giro del lago con una durata dell'escursione di  circa   mezza giornata.
Noi arriviamo fino quasi al limite visitabile e parcheggiamo la macchina in un grande parcheggio, che in realtà serve per poter mettere le imbarcazioni in acqua.
In lontananza vediamo alcune persona sulla riva del lago. E' certamente particolare questo paesaggio, il blu del lago, che si immerge nel colore arido delle rocce. Tornando a noi, le foto hanno messo in evidenza tutta la spettacolarità del luogo.
E da tenere presente che, data la sua grande estensione, vengono organizzati tour di più giorni per visitarlo.
La giornata e la visita di Page, finisce con Lake Powell.
Con la scelta ottima dell'albergo, devo dire che questa parte del viaggio, a livello escursionistico, è stata sicuramente la più interessante.

martedì 16 febbraio 2016

Hostaria da Edmondo - Circonvallazione Clodia 90 - Roma

E' una domenica non  di quelle con il tempo buono, una rarità ultimamente. ormai il bel tempo regna sovrano. Mattina dedicata al concerto domenicale che si tiene all'Auditorium - Parco della Musica. E' la prima volta che assisto ad un concerto con spiegazione integrata, cioè prima dell'inizio viene spiegato, per circa un'ora, quello che si andrà ad ascoltare. E devo dire che la cosa è veramente interessante. Insomma dalle 11 alle 12 spiegazione e poi fino alle 13 viene eseguito il concerto.
però alla fine ci viene fame e allora iniziamo a girare i locali che si trovano in zona. C'è anche il rugby e la situazione traffico non è delle migliori, in quanto siamo in zona Stadio Olimpico.
Alla fine e dopo aver faticato un pò per trovare parcheggio, la nostra scelta cade su Edmondo, locale storico per chi è di questa zona di Roma, e non solo.
Al nostro arrivo, verso le 14, il locale, che al massimo potrà contare su una cinquantina di posti, è abbastanza pieno. La ragazza ci fa accomodare e ci porta un pò di pane e le bevande, vino rosso della casa, scelto da noi, compreso.
 Il menù è veramente molto interessante e i piatti della tradizione romana la fanno da padrone. Per esempio la mia scelta cade su un ottimo ossobuco con i piselli, mentre gli altri variano tra la cosa alla vaccinara, le costolette di abbacchio con le patate al forno e la classica bistecca. Però prima una mezza porzione di pasta ci sta tutto. La scelta cade sui tonnarelli cacio e pepe. Strepitosi a dir poco. Sembra un piatto semplice, ma se non si crea la giusta alchimia tra cacio, pepe e acqua di cottura, il piatto risulta pesante. Applauso a scena aperta. Complimenti alla Chef.
 Insomma un pranzo veloce e che gustiamo in un ambiente ormai vuoto,  sono quasi le 15.
Però prima del caffè un dolcetto ci vuole, magari uno a metà. Ed ecco apparire  le ciambelline e i tozzetti al cioccolato, serviti con il vinsanto. Devo dire che sono una degna conclusione con il caffè.
La ragazza che ci ha servito è stata veramente brava e la location è piacevole. Forse un unico piccolo appunto, il vino della casa è preferibile cambiarlo con qualcuno imbottigliato.
La prossima volta faremo così.
E si una prossima volta ci sarà. Anche se Edmondo era unico, devo dire che l'ambiente che si respira è sempre piacevole.

martedì 2 febbraio 2016

Horseshoe Bend a Page , semplicemente fantastico

Sicuramente uno dei luoghi più belli che abbiamo visitato. Ed è alquanto strano che non rientri nei tour di chi affronta la vista negli States. E questo lo si capisce dal fatto che è uno dei rari luoghi in cui non si paga nulla per visitarlo. Neanche il parcheggio.
Però una cosa si capisce subito, che sarà molto dura arrivare a visitarlo, soprattutto quandolo si affronta alle due del pomeriggio. di un pomeriggio assolato e caldo. Il parcheggio è totalmente sotto il sole, neanche un alberello. la bottiglia di acqua al seguito è altamente consigliata. Come il cappello.
scesi dalla macchina ci aspetta subito una bella salita, che non ti da modo di capire quello che potrai ammirare tra circa 30 minuti.
Non è facile il terreno, solo terra e sassi. dopo qualche centinaio di metri, c'è un punto ove potersi riprendere dalle fatiche, è un grande spazio coperto per permettere alle persone di ripararsi dal sole.
Non mi fermo e continuo. Non so, fa caldo, ma la voglia di arrivare li è più forte di qualsiasi temperatura.
Ricordo che ad un certo punto incrociamo una persona, non so di quale nazionalità, la quale si ferma, ci fissa e dice: wonderful.
Rimango un attimo di stucco, lo ringrazio e vado avanti.
Inizio a intravedere qualcosa e più mi avvicino, più allungo la mia camminata.
Eccomi ed eccoci arrivati. Lo spettacolo è magnifico. Ci sono mille colori. Una vista a perdita d'occhio che è difficile da togliere davanti a te.
Non so quante foto ho fatto, ma la più bella, purtroppo, l'ho rovinata.
Non importa, tanto l'emozione che ho ancora dentro nel descrivere questo luogo non potrà mai essere cancellata.

e' un posto privo di ogni barriera, per cui bisogna prestare la massima attenzione a dove mettere i piedi. Ho visto persone fare foto nei posti più pericolosi, ma probabilmente quelli sono i più belli.
certo visitarlo al mattino è la cosa migliore, dato il caldo delle ore centrali.
Horseshoe Bend, è veramente quello che non ti aspetti