lunedì 28 settembre 2015

Il ponte di Brooklin, Central Park, Fifth Avenue e Time Square

E già, New York regala anche questo. Un matrimonio sul ponte più conosciuto al mondo. Quando ho visto questo, non ho resistito dal fare una fotografia. Lo abbiamo percorso tutto, bellissimo. Un po come camminare su un pezzetto di carta che hai sempre veduto quando eri piccolo. quella gomma che masticavi e pensavi che quel ponte sarebbe sempre rimasto impresso nei tuoi ricordi, senza poterlo vedere.
E quando arrivi alla fine del ponte, è un po come il gusto della gomma che finisce troppo presto.
Però poi scopri una New York molto più affascinate, bella, signorile. E' quella parte di città che mi ha stregato. Vedere la City dall'altra parte del fiume e' entusiasmante.
Sulle rive del fiume è pieno di campi polivalenti. Più discipline sportive insieme. Lo scoiattolo che ti osserva mentre ti riposi o scatti una foto. La panchina che ti aspetta per poterti gustare lo spettacolo di quella skyline unica.
E allora ecco che ci muoviamo e arriviamo a Centra Park.  Il mosaico voluto da Yoko Ono, in memoria di John Lennon, è la prima cosa che vediamo. Poi per tutto il resto basta leggere l'apposito post su Central Park.
E' l'ultimo giorno a New York prima della partenza per San Francisco. Ci vogliamo regalare ancora una volta la Fifth Avenue e Time Square di sera.
Ma con ancora negli occhi la bellezza di Brooklin. 



giovedì 24 settembre 2015

Central Park - New York

La giornata è stupenda, la città ci vuole regalare un'esperienza indimenticabile. E come potrebbe essere diversamente nel vedere il polmone verde di New York?  Non abbiamo pranzo al sacco e allora ci fermiamo in uno di quei chioschi mobile che si trovano intorno al parco. E ce ne sono molti dato che Central Park ha un perimetro di quasi 10 chilometri. Prendiamo hot dog e coca.
Mettiamo tutto in una busta e cominciano a addentrarci. Tra biciclette e coloro che fanno footing c'è un traffico insolito, per noi. Bello mi piace proprio questo posto. Ogni angolo che giri è una sorpresa. Vedi persone che giocano a freesbe, altri a pallone. Poi vedi semplicemente persone sedute su sedie portate da casa o beatamente sdraiate sul verde del parco. Noi, un po stanchi, decidiamo che l'opzione picnic sul prato è la migliore, con relativa pennichella di qualche minuto dopo aver mangiato i panini. C'è silenzio, non passano macchine, solo il rumore degli uccelli. E non è un caso, infatti questo è luogo ideale per i volatili migratori. Ho visto molte postazioni di avvistamento e infatti per i birdwatcher è un paradiso. La nostra camminata prosegue fra i laghetti artificiali

 e gli scoiattoli che passano vicino a te come se nulla fosse.


Quanto mi piacerebbe fare una corsa , è tutto troppo bello e rilassante. Poi camminando e cercando un bagno pubblico, ci imbattiamo in una scena di un film. Bambini che vanno in bicicletta tranquillamente. E a un certo mi sposto repentinamente altrimenti i pattinatori ti vengono sopra.
Ci incamminiamo verso una delle uscite che poi ci porterà alla Fifht Avenue. Ma il caldo è pesante e allora ci regaliamo un bel succo di frutta mista, presso questo chioschetto qui sotto.
Penso solamente a quanto sono fortunati gli abitanti di Manhattan che lo hanno praticamente sotto casa.
Me ne farò una ragione. Ma sarà dura.

lunedì 21 settembre 2015

Statua della Libertà - Wall Street - Memoriale Torri Gemelle

Forse a mente fredda, la Statua della Libertà, sarebbe stato meglio vederla senza scendere dal traghetto. E' vero che è il simbolo di New York, ma è un monumento alquanto normale. Carino il parco intorno. Logicamente la solita fila ai controlli per poter prendere il battello, non si sfugge a questo. La giornata è bella, c'e' un bel sole e alla fine ci prendiamo una bella limonata.
C'è una discreta fila anche per risalire a bordo e poi dirigersi verso Wall Street.
Tutti i punti più conosciuti sono vicini uno all'altro. Forse questa  è la parte strategicamente ed economicamente più importante di New York e di tutti gli States.  Il Toro è in bella mostra, tutti cercano di toccarlo e fare la foto che potrebbe cambiare la propria vita. Ma questo qui sotto è il punto cruciale di tutto, la Federal Reserve
Siamo quasi arrivati vicino al memoriale dedicato alle Torri Gemelle. La piazza si apre davanti a noi e vediamo subito una grande "vasca". E' una delle due che sorgono dove si trovavano le due torri prima dell'attentato. All'interno sono scritti i nomi di coloro che sono morti. Il rumore dell'acqua rende l'atmosfera un po surreale.
Ci mettiamo in fila per entrare dentro al Memoriale. Soliti controlli, come da copione.L'interno è immenso. Per girarlo tutto ci vogliono non meno di due ore. Vedere le fondamenta, il motore di uno degli ascensori, il mezzo dei vigli del fuoco ridotto ad un ammasso di rottami. Tutto rende ancora più toccante il luogo. Ascoltare le voci registrate di coloro che salutavano i loro cari sapendo di stare per morire o vedere i video di coloro che si lanciavano nel vuoto, ti lasciano una sensazione di amaro dentro. Una intera sala è dedicata alle foto dei morti e alla lettura dei loro nomi.


Diciamo che in tutto questo c'è qualcosa che stona. Si sa che il business è roba da americani, loro sono dei veri maestri in questo. Ingresso 25 dollari e non è poco, anzi. L'audioguida non è compresa, sono altri 7 dollari. Poi chiedono anche una offerta per il mantenimento del Memoriale. E per finire lo shop. Una cosa in particolare mi ha colpito, la cravatta con le Torri Gemelle, venduta a 50 dollari.
No, questo  è veramente troppo.






venerdì 18 settembre 2015

Ristorante " L'Unico"- Via Mantova 5/B - Roma

Bella serata di settembre, non c'è il caldo torrido e asfissiante che caratterizza questa estate. La serata si presta a un'avventura culinaria di tutto rilievo. Certo bisogna trovare il luogo adatto, un luogo che non ci abbia mai ospitato e che, al termine, ci faccia dire " Qui ci torniamo volentieri". Cominciamo con le nostre ricerche e alla fine ci colpisce, non per un motivo preciso, questo locale. Non è proprio vicino la nostra zona, ma il gioco vale la candela. Metro A da Battistini, poi metro B e piccola passeggiata per arrivare alla destinazione, cioè Via Mantova 5. Il cameriere, molto gentile, sempre presente ma non invadente, ci fa scegliere dove accomodarci e noi scegliamo il dehor. Il vento fresco di Roma, già ci dice che la serata è quella giusta. Arriva il menù e le scelte cadono su vela di carasau su mousse di baccalà mantecato e salsa di gamberi e su orata marinata al the nero cinese affumicato con burrata pugliese e pesca grigliata. Nel frattempo viene scelto il vino, un vermentino sardo della cantina Piero Mancini, gia degustato in Sardegna.Il bagno è pulito e molto curato. Ma prima degli antipasti, ci viene servito un  prosecco, accompagnato da un cannolo di pane croccante con all'interno ricotta alle erbe. Arrivano gli antipasti, sono sublimi. Il baccalà ha un sapore delicato, non è forte e si amalgama molto bene con la salsa di gamberi, più forte. Sull'orata con la burrata avevo qualche dubbio. Subito dissolto al primo assaggio. E la pesca grigliata ne esce alla grande.
Le quantità sono quelle giuste, non sono da gourmet. Nel frattempo optiamo per un primo piatto. Fregola risottata agli agrumi e caglio di burrata e vellutata di fagiolo borlotto con calamari e cozze profumati al timo. Scegliere quale dei due sia stato il migliore è stata un'impresa, alla fine la fregola ha vinto di un pelo. Ma parliamo proprio di piccole cose.
Venendo qui solo una cosa avevamo deciso di prendere fin dall'inizio, aiutati anche da qualche commento letto in rete, cioè il tripudio ai 5 cioccolati in salsa inglese e frutti di bosco. incantevole al palato. E ancora più incantevole con un calice di Bas Armagnac Tariquet Vsop.
Serata e cena incantevole, con una spesa che da luogo ad un ottimo rapporto qualità/prezzo.
Si, sono riusciti a farci dire che ci ritorneremo.

giovedì 17 settembre 2015

Mo.M.A. - Fifth Avenue - Grand Central Station - Times Square

Ed è da qui che ha inizio la nostra seconda giornata a New York. Sveglia stavolta al Novotel, dopo le note disavventure. Colazione da 810 Deli&Cafè noi adulti, mentre i ragazzi hanno preferito di gran lunga Starbucks, soprattutto per la presenza del wifi gratuito.Devo dire che dove abbiamo fatto colazione noi, il caffè era molto buono. Da li breve passeggiata e ci troviamo di fronte al Museo che mai avrei voluto perdere. All'nterno la fila è molto lunga, ma come al solito viene di smaltita in maniera rapida. Con una carta studenti attivata in Italia, i ragazzi fruiscono di uno sconto. Alcuni zaini di dimensioni grandi vengono fatti posare nell'apposito guardaroba. Però la delusione è notevole. Questo aldilà delle mostre presenti al momento. Disorganizzazione, è il termine piu appropriato per quello a cui ho assistito. Non esiste un percorso ragionato,  audioguide che funzionano solo parzialmente. Provi a scaricare la app sul cellulare, ma niente non va lo stesso. Continue foto ai capolavori esposti con uso di flash, senza che nessuno si accorga di tutto cio. E tutto questo per 25 dollari a testa. No, non mi è piaciuto. 
Finita la visita, ci rifocilliamo presso un cinogiappoamericano, insomma offriva  da mangiare un po di tutto.  Giusto per tamponare la fame, niente di che. La Fifht Avenue è la nostra prossima tappa. Con i ragazzi a dir poco esaltati dal fatto di poter fare acquisti a buon mercato, nonostante ci trovassimo nella strada del lusso. 
 Da Ralph Lauren a Abercrombie, per passare a Hollyster e Tommy Hilfiger. Poi per il lusso piu sfrenato ce ne sono di tutti i gusti.  Interi palazzi ospitano marche come Giorgio armani o Christian Dior.
Pian pianino arriviamo alla Grand Central Station. Bella, è quella dove hanno girato film famosi, gli  interni mi ricordano  la scena del film Carlito's Way, ma soprattutto la scalinata, la memorabile scena de The Unthochables.
Questo è il simbolo della stazione, l'orologio d'opale a quattro facce, collocato al centro del Main Councorse. Al piano superiore troviamo il negozio della Apple, meta soprattutto dei giovani e degli appassionati della mela. Dopo l'undici settembre è sempre è presente la bandiera degli Stati Uniti. Nel soffitto sono rappresentate le costellazioni dello zodiaco, collegato al lancio della prima navicella nello spazio.
Ancora una volta Times Square ci affascina nei suoi colori e nel suo continuo caos. Ma noi non demordiamo e la vogliamo sentire e vivere il piu a lungo possibile.
La cena ci regala cibo greco. Niente di particolare, pensavamo meglio. Ma questo è solo un dettaglio che non sposta di una virgola questa nostra estenuante e entusiasmante giornata newyorkese.



lunedì 14 settembre 2015

Times Square - Empire Building - High Line - Chelsea Market - Washington Square Park - Soho Little Italy e Chinatown



 E ha cosi inizio la nostra visita a New York. Usciamo dallo Sheraton e lasciamo i bagagli al Novotel. Iniziamo a vedere  Times Square di giorno. Il caos regna sempre sovrano. Tra lavori e traffico sembra di essere ancora in Italia. Gente che ti passa da ogni parte. La notte e il giorno sembra che non abbiano alcuna differenza. Proviamo anche la metropolitana. In canottiera ad aspettarla, con il cappotto all'interno. Ho esagerato un pochino, ma la sbalzo termico tra fuori e dentro i vagoni della metro è di circa 15 gradi. Il biglietto costa 2 dollari e 50 centesimi. Se poi usi la ricaricabile invece del singolo biglietto, risparmi 25 centesimi. Prendiamo la metro per  andare all'Empire State Building. L'ingresso è molto bello. C'è fila ma è una coda ragionevole. In questa occasione facciamo il City Pass al costo di 317 dollari per due adulti e un ragazzo.
Prima di arrivare all'ottantaseiesimo piano, cioè  alla  terrazza panoramica  che permette una delle vedute piu bella della Grande Mela, c'è una interessante spiegazione di quando è stata costruito, i tempi e le vicissitudini che ha avuto. E' alto 443 metri e fino alla costruzione delle Torri Gemelle  è stato il grattacielo più alto del mondo. Ci vollero appena 11 mesi per portarlo allo splendore che tutti noi abbiamo la possibilità di osservare.
Da li ci spostiamo e ci dirigiamo verso la High Line. Passiamo tra numerosi cantieri per prendere la passeggiata dall'inizio del deposito ferroviario. La zona non è delle migliori, ma la passeggiata merita. Certo, dopo aver visto quella di Parigi, questa risulta un pò meno bella. fai questa passeggiata e sembra di estraniarti dal turbolento vivere della città. A livello botanico niente di particolare, però ogni tanto si incontrano piccoli punti di ritrovo e si vedono murales molto belli.
Dopo quasi un'ora e mezza di camminata, usciamo dalla passeggiata, che ricordo si trovava vicino ad un luogo dove la gente con i lego costruiva cose. Scendiamo e ci dirigiamo a Chelsea Market. Un mercato coperto che occupa un intero isolato e che un tempo era sede di un biscottificio.


al suo interno ci sono ristoranti, enoteche, vendita di pesce fresco e degustazione di ostriche. Qualche spettacolino musicale si può incontrare e alla fine siamo anche riusciti a prendere un caffè quasi commestibile. Noi abbiamo mangiato da Cull&Pistol. Molto buona l'insalata con salmone, verdure e formaggio.
Continuiamo la nostra giornata e ci ritroviamo, percorrendo le varie strade di New York, al Washington Square Park, un piccolo angolo di verde all'interno della metropoli.
E c'è chi suona un violino, chi legge e bambini che si divertono.
A questo punto le prossime tappe sono Soho, Chinatown e Little Italy. Quest'ultima è stata quasi fagocitata interamente da Chinatown. E' rimasto ben poco del quartiere che aveva la sua notevole importanza nell'economia della città.
Ci immergiamo di nuovo nella città, che ti regala sempre lo sguardo rivolto verso l'alto.




venerdì 11 settembre 2015

Auschwitz - Il rumore del silenzio



Dopo aver passato il tornello di entrata, cominciamo ad entrare in uno dei luoghi più tristi della storia contemporanea. La famosa scritta segna l'inizio di un qualcosa che è di difficile spiegazione, per una mente normale. Sono appena passate le 15 e ci sono molte visite guidate, insomma c'è molta gente, di varie nazionalità e delle età più diverse. Con piacere noto che ci sono molti giovani, ciò significa che non si vuole dimenticare l'atrocità avvenuta. Cominciamo a visitare i blocchi, cerchiamo di capire le condizioni di vita dei prigionieri e magari comprendere i loro pensieri. Camminando all'interno del campo, mi rivengono in mente i film che ho visto e quei fili spinati e i cartelli di pericolo, mi diventano famigliari. Quello dove c'erano le foto e le storie dei bambini è difficile da vedere. Ho visto cose che difficilmente dimenticherò. Vedere quella vetrata piena di capelli, circa 7500 kg, è impressionante. Come le migliaia di scarpe, divise da quelle dei bambini. E allora mi torna in mente "Il bambino con il pigiama a righe", di cui ho letto il libro ma mi sono rifiutato di vedere il film e di quel filo spinato che divideva due bambini, che in realtà avevamo molte cose in comune. Il muro della morte è un altro di quei luoghi difficili da dimenticare, ma forse alla fine è tutto l'insieme che ti rimane addosso. Si addosso, perchè è come uno scontro frontale, da cui ti riprendi solo dopo molto tempo e solo se sei fortunato. Ma ecco che passa il tempo, sono circa le 17 e il silenzio la comincia a fare da padrone. Le visite organizzate non ci sono più. Cambia il tenore della visita, sei li perchè vuoi veramente capire e non, come ho visto, solo per fare foto ricordo, magari mettendosi in posa vicino a qualche luogo particolare. Arriviamo di fronte al padiglione 10, quello del dottor Mendel e sfortunatamente, o forse è meglio dire per fortuna, era chiuso. Dico questo perchè chiunque abbia visitato questo blocco, ne è rimasto scioccato. I suoi esperimenti su donne e gemelli, sono qualcosa di abominevole, che secondo me non rientra nell'essere umano. Il silenzio e il vento nel campo, sembrano farti compagnia, per farti comprendere ancora meglio il dolore che si provava. Nel blocco 21 è allestita una mostra in ricordo degli italiani deceduti, con la famosa scritta di Arrigo Levi "Se questo è un uomo". Quello dedicato agli ebrei è lugubre. L'ultima cosa che abbiamo visto, è il forno crematorio. Non ho parole, le ho terminate, come i miei pensieri più buoni, per cercare di comprendere. Ripercorro la strada verso l'uscita e penso di aver visto un'atrocità unica, penso che ognuno di noi, ma soprattutto i giovani, dovrebbero essere messi in grado di conoscere tutto questo.
Sono orgoglioso di aver portato mio figlio, ho cercato di spiegargli e non so quanto abbia potuto capire fino in fondo.
La mattina dopo gli ho chiesto della visita e lui mi ha risposto che prima di addormentarsi ha ripensato a molte di quelle cose che aveva visto.
Non dimentichiamo e non facciamo dimenticare , perché senza il ricordo non c'è futuro.

mercoledì 9 settembre 2015

New York, siamo arrivati.




 Il J.F.K. e' enorme. Volo liscio come l'olio. Alla fine le sette ore sono passate, tra una lettura, una
sbirciatina al video della poltrona e con i pasti che ci hanno passato. La British non ha tradito le attese. La fila per il controllo passaporti è una cosa che non finisce mai. Sono arrivati quattro voli intercontinentali insieme, per cui la situazione è un po pesante. Vedendo questo, tra me penso che non ne usciamo prima di due ore. Logicamente la mia previsione viene disattesa in maniera totale e infatti in trenta minuti siamo davanti alla poliziotta che controlla i nostri passaporti e che vuole le nostre impronte digitali e una nuova bella foto ai nostri volti. Mentre Jacopo fa la foto, gli dico che è brutto, la poliziotta, comprendendo un po di italiano, si mette a ridere. Scambiamo qualche battuta e alla fine risolviamo la pratica controlli addirittura con il sorriso sulle labbra. Quando andiamo per ritirare i bagagli,  facciamo un bel sospiro di sollievo, in quanto abbiamo la conferma che sono arrivati tutti. Il ritiro del bagaglio è sempre un qualcosa da roulette russa. Presi i bagagli iniziamo a cercare di capire la grandezza di questo aeroporto e non solo. Dopo quasi un'ora riusciamo a trovare la navetta che ci deve portare all'albergo, il Novotel Time Square. La società è la SuperShuttle International, da tenere a mente per il futuro. Impieghiamo un'ora ad arrivare in albergo e iniziamo a scoprire l'importanza della "trip", mancia, a New York e successivamente in tutti gli Stati Uniti.  Scaricate le valigie ci apprestiamo a consegnare i documenti per il check inn. Finalmente ci possiamo rilassare in stanza. Ma si sa, le sorprese sono dietro l'angolo. Le nostre prenotazioni, relative a due camere per cinque notti ognuna, sono state cancellate. Cala il gelo. Non si riesce a capirne il motivo. Noi abbiamo saldato il tutto un mese fa. contattiamo l'agenzia di riferimento, che cade dalle nuvole. A loro non risulta tutto questo. Tenete presente che in Italia è mezzanotte. Alla fine riusciamo a trovare, per la prima notte, due stanze allo Sheraton, che si trova a 100 metri dal Novotel. Le paghiamo noi, circa 300 dollari a notte e poi ci vengono immediatamente bonificate dall'Italia, con anche l'importo che dovremo pagare al Novotel, per le restanti quattro notti. Certo è strano che ci siano due stanza attigue libere per quattro notti. Qualcosa non torna, ma l'importante è che alla fine la cosa si sia risolta e non abbiamo tirato fuori un dollaro/euro. Complimenti comunque  alla nostra agenzia, viaggigiovani,  che tempestivamente è riuscita a risolvere il problema. Cena prenotata tramite opentable, al ristorante interno al Novotel. Per esempio da questa cena abbiamo capito che l'acqua è obbligatorio chiederla in caraffa, insomma quella di rubinetto. Una bottiglia costa sette dollari, uno sproposito. Ma questi sono i prezzi per loro,  piu cara  del petrolio. E siamo arrivati alla fine di questa giornata,  un po movimentata. Ma alla fine siamo arrivati.

lunedì 7 settembre 2015

Un viaggio lungo un anno, da New York a Phoenix passando da San Francisco


Si. Giusto un anno è durato il percorso di avvicinamento all'aeroporto romano Leonardo da Vinci. Con i timori di cancellazioni dovuti al problema relativo al terminal 3. 
Ora elencherò soltanto le tappe di questo viaggio, poi entreremo dentro ogni singolo particolare delle città e dei luoghi visti. E' stato un viaggio bellissimo, non passa giorno, guardando le foto, che non riesco a scoprire qualche emozione nuova. 
Nonostante qualche disavventura avuta, sarei pronto a ripartire anche domani. Ma forse questo fa parte del mio essere viaggiatore. 
Andiamo per ordine:
domenica 09 agosto 2015 partenza da Roma per Londra e poi, dopo una breve sosta, si va a New York (5 notti). Qui rimaniamo fino al 13 agosto. Dal 13 al 16 siamo a San Francisco (3 notti). Prendiamo la macchina e ci cominciamo a muovere verso l'interno, Atascadero (1 notte). Poi Three Rivers- Sequoia (2 notti). Si passa nel deserto e si va a Las Vegas (2 notti). Bryce Canyon è la successiva sosta (1 notte).  Si monta in macchina direzione Page (2 notti). Ancora in auto per dirigersi alla Monument Valley, a Kayenta (1 notte). E per finire il Grand Canyon (1 notte). L'ultima tappa è Phoenix aeroporto, il giorno 27 agosto 2015. Il giorno successivo alle 19,45 atterriamo a Roma, dopo uno scalo a Londra. In totale con la macchina, abbiamo percorso 3305 chilometri.